Roma, cambia lo skyline del Pincio: 7 pini secolari saranno abbattuti

Roma, cambia lo skyline del Pincio: 7 pini secolari saranno abbattuti
Cambia a Roma lo storico skyline del Pincio ora che verranno abbattuti, il 16 gennaio, sette grandi pini che svettano sulla sua cima, visibili da tutta la città. Sono nel...

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Cambia a Roma lo storico skyline del Pincio ora che verranno abbattuti, il 16 gennaio, sette grandi pini che svettano sulla sua cima, visibili da tutta la città. Sono nel giardino di Villa Medici, ormai troppo vecchi e pericolanti, col rischio di finire addosso alla gente attorno alla Casina Valadier o sulle auto che scorrono lungo il sottostante Muro Torto.


«È un dolore, perché sono legati storicamente all'immagine che si ha di Villa Medici, premiata come il più bel giardino d'Italia nel 2015, e del Pincio, ma non si può fare diversamente o aspettare ancora, dopo che 5 sono già caduti e uno miracolosamente non è finito su un'ala abitata della Villa. Con loro verranno abbattuti 35 alberi, visto che la maggioranza degli olmi e dei lecci sono gravemente malati, ormai svuotati all'interno da un insetto che li ha mangiati tutti», spiega Muriel Mayette-Holtz, direttrice dell'Accademia di Francia, che si è trovata a dover prendere questa «spiacevole» decisione e ha comunque cercato di mutarla in una festa pubblica, invitando il 16 gennaio gli artisti ospiti dell'Accademia a intervenire nell'organizzare l'abbattimento come uno spettacolo, con danze e musiche, e poi nel lavorare il legno per dare nuova vita ai tronchi e rami tagliati.

Verrà anche presentato il video girato dal regista Adriano Valerio a testimonianza dello stato attuale. Naturalmente gli alberi, a cominciare dagli emblematici pini romani, verranno tutti sostituiti e lo storico parco, con l'aiuto di un artista architetto dei giardini come Paolo Pejrone, dovrebbe essere ricostituito con amore e lungimiranza, siccome ci vorrà qualche decina di anni perché torni com'era. Non si possono infatti impiantare nuovi alberi adulti, cosa difficile anche perché avrebbero difficoltà di sopravvivenza e acclimatamento, ma solo piante piccole che troveranno i propri spazi e forza crescendo.
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Il Messaggero