Chiuse le iscrizioni agli asili nido comunali di Roma si scopre che sono calati: è un trend costante anno dopo anno ma stavolta potrebbero esserci ragioni nuove. Sono 12800...
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Alle scuole di infanzia, cioè le scuole materne, sono arrivate invece 14600 iscrizioni. Sono diminuite se si pensa che un anno fa arrivarono oltre mille domande in più: 15700. Anche qui le iscrizioni calano anno dopo anno: l'ex assessore alla scuola di Roma Laura Baldassarre nel giugno del 2019 dichiarava che c’era già un decremento di iscrizioni: all’inizio dell'anno scolastico risultavano in tutto 31.689 bimbi iscritti, con 7.045 utenti in lista d’attesa. E tra 2018 e 2019 si registravano poco più di 600 iscritti in meno. Quest'anno il tasso di rinuncia raddoppia: 1100 richieste in meno.
L'anno scorso nei nidi invece erano arrivate 13500 domande. Quest'anno 12800. Non c'è solo un tema di denatalità. La pandemia di coronavirus potrebbe essere stata determinante nella scelta dei genitori che hanno deciso di tenere in casa i bimbi dopo un'attenta valutazione vista l'incertezza legata all'occupazione. E quindi tradotto: i genitori rinunciano alla retta dell'asilo per risparmiare.
Ora seguiranno dei mini bandi per dare la possibilità di inserirsi nei posti che dovessero rimanere vuoti nelle diverse strutture(l'anno scorso si aggiunsero 2600 bambini in più).
Il tema è molto caldo visto anche il tasso di sottoutilizzo dei nidi capitolini. L'indice di utilizzo dei nidi pubblici e convenzionati non corrisponde infatti al 100%. Il XIII Municipio, all'Aurelio, è il territorio dove c'è la domanda più bassa. Ma in generale dai dati ricavati a dicembre 2019 si evince che su 14743 posti disponibili in tutto, gli iscritti ai nidi capitolini sono solo 13830 (il 93,8%). I nidi offerti da Roma Capitale sono sottoutilizzati.
Si rinuncia ai nidi perché sono troppo cari o comunque non competitivi rispetto alle private che offrono servizi più flessibili e ampi allo stesso prezzo. Aggiungendo un centinaio di euro in più si trovano orari lunghi, molte meno giornate di chiusura e un approccio finalizzato ai reali bisogni dei genitori.
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Il Messaggero