Sarà stato il numero del tavolo, il 13, che per qualcuno non porta bene. Fatto sta che alla commessa che si è seduta al bar di piazza San Lorenzo in Lucina è arrivato un conto...
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La location è di quelle da cartolina: area pedonale, pieno centro, niente auto e motorini. Tavolini e ombrelloni sono all'ultimo grido, tutt'intorno boutique. Anche la cortesia dei camerieri è da dieci e lode. E così la commessa di uno dei negozi della zona, durante una pausa mattutina, si è seduta per consumare un caffè assieme a un amico.
Quattro chiacchiere e qualche minuto passato a sorridere. Poi il conto, che il sorriso gliel'ha fatto sparire. «Per un caffè e un cappuccio - dice agitando lo scontrino - abbiamo pagato 9 euro». Tre e mezzo per il caffé e cinque per il cappuccio.
Un po' caro. Ma nulla in confronto a ciò che era accaduto alla coppia di sposini giapponesi che in piazza Navona aveva speso ben 695 euro, compresi 115 euro di mancia (non dovuta), registrata sullo scontrino dal solerte oste. In quel caso un minimo di malafede c'era stata. Ma stavolta è tutto in regola. Dal bar hanno confermato che il prezzo al tavolo è proprio quello, con tanto di listino pubblicato all'entrata del locale. Insomma, la classe ha il suo prezzo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero