Quanto sono cambiati i tempi da Vacanze romane. Quando Audrey Hepburn nei panni della principessa Anna mise la mano nella Bocca della Verità, non dovette pagare nessun...
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IL REGOLAMENTO
È stato lui ad inviare una lettera alle guide turistiche di Roma per illustrare la nuova regolamentazione della fila all'ingresso della Bocca della Verità. «Il biglietto costerà due euro - si legge nella missiva - e la chiesa offre a chi ne dovesse aver bisogno dei copri spalle o kimono monouso per l'uso personale di ciascun turista». E ancora, «resta sempre la regola di una foto a persona per rispettare il turno degli altri e non allungare troppo l'attesa».
Ieri, in una domenica da alta stagione, i turisti in fila per la foto stile Vacanze romane (la maggior parte giapponesi e coreani) erano un esercito. In media, circa ogni mezz'ora, sfilavano davanti al mascherone muniti di ticket, almeno 150 persone. E la chiesa resta aperta dalle 9:30 alle 17:50. Un addetto allo staff della chiesa (come si legge sul badge) stacca un tagliando di carta per ogni turista che paga 2 euro. Il pubblico si mette in coda lungo il portico e il flusso delle foto è coordinato da un altro custode di fronte alla Bocca della Verità. All'occorrenza, è proprio lui a immortalare il turista di turno.
I PARERI
L'iniziativa non ha lasciato indifferenti: «I pareri tra chi lavora con i turisti sono vari: anche tra di noi ci sono persone favorevoli e altre contrarie - racconta Isabella Ruggiero presidente dell'Agtar l'Associazione guide turistiche abilitate di Roma - Alcuni criticano l'iniziativa, lamentando il fatto che si costringa a pagare per fare la foto ad un'opera che sta lì da secoli e che rientra nel patrimonio culturale e artistico della città. Anche perché tutte le chiese di Roma sono tradizionalmente gratuite, sempre, anche all'interno Pantheon compreso».
Altri sono favorevoli al pagamento: «Se i soldi raccolti saranno utilizzati per il mantenimento e il restauro della chiesa, cioè dell'edificio e delle sue opere - continua Ruggiero - Tanto più che molti gruppi non lasciavano neanche un'offerta e quindi si può capire la tendenza a un importo obbligatorio, se tanta gente non contribuisce quando il tributo è libero». Forse l'obbligo di una sola foto a persona («one photo per person, please») è un po' eccessivo? «Direi di sì - commenta Ruggiero - Se chi ha fatto tanta fila poi non mette bene a fuoco o ha la mano tremolante, rischiano di ritrovarsi con una foto da buttare, dopo tanta fatica». E Gregory Peck avrebbe pagato? Magari facendosi prestare i soldi dall'amico fotografo.
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Il Messaggero