Roma, bimbo troppo vivace ritirato da scuola, la mamma: «E' più bello dei vostri»

carabinieri ieri davanti alla scuola
Suona la campanella ed ecco arrivare pure i carabinieri, ripartire le liti e le minacce davanti alla scuola materna Bachelet, di via del Fringuello a Torre Maura. ...

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Suona la campanella ed ecco arrivare pure i carabinieri, ripartire le liti e le minacce davanti alla scuola materna Bachelet, di via del Fringuello a Torre Maura.


Da una parte le maestre che difendono l’operato della scuola nella gestione del bimbo «solo troppo vivace» e dei suoi familiari, «che s’inalberano per niente». Dall’altra molti genitori preoccupati per la sicurezza dei proprio figli: «Mena a tutti, i bambini non possono andare in giardino perché tira i sassi, ha bisogno di un sostegno», hanno ripetuto tant’è che per qualche giorno la sezione B è rimasta semivuota, poi alla spicciolata dopo riunioni ed esposti i genitori sono tornati ad accompagnare i figli in classe, nonostante la mamma del ragazzino abbia minacciato di vendicarsi sui figli degli altri.





Ora il ragazzino di 5 anni è stato ritirato dalla scuola, l’ennesima. Un fallimento, sicuramente, un sostegno sarebbe servito nonostante gli sforzi grandi compiuti dalla maestra. Ma la tensione resta. Ieri mattina la mamma ha fatto affisso davanti al cancello e nel quartiere un foglio delirante con scritto: «Che voi siate maledetti, tra le tante cattiverie e porcherie che avete scritto su mio figlio di soli 5 anni non avete detto però la cosa più vera: che mio figlio è più bello dei vostri inutili mostriciattoli. Schiattate adesso».



Firmato la madre, con una serie di post scriptum che è meglio non riferire. «Un fallimento - ripete la maestra Rosanna - avevo fatto tanto per calmare la situazione e per far integrare quel bambino, solo vivace, chiuso ma non certo bullo come è stato descritto». Fatto sta che le famiglie non la pensano così, anche perché la mamma ha mandato in ospedale un paio di genitori e nonni. A dividerli c’era sempre la maestra che però non ha sporto denuncia, si è sentita male, è stata scortata a casa. La situazione andava avanti da settembre, i genitori hanno accumulato episodi e minacce, nei giorni scorsi, dopo l’ennesima esplosione di violenza, hanno deciso di non mandare i figli in classe. La preside ha avvisato con una relazione i carabinieri, altre persone hanno sporto denuncia. «Peccato, peccato - ripete la maestra Rosanna - era vivace ma non bullo, erano mesi che ci lavoravo, anche con i genitori ero riuscita ad avere un rapporto, mi ascoltavano».



Il padre del bimbo, latitante, è stato arrestato a scuola durante il colloquio con l’insegnante. Da lì è esplosa altra rabbia nella moglie, che non ha mai accettato critiche ai comportamenti di suo figlio, sicuramente problematico. Insomma, i carabinieri vanno e vengono dalla scuola, le insegnanti dell’istituto comprensivo di via delle Alzavole hanno affisso un manifesto in cui prendono le distanze dall’articolo uscito nei giorni scorsi sul Messaggero, stigmatizzando la definizione di bullo, parlando di alcune inesattezze, criticando anche l’operato dei genitori ma ammettendo che la classe frequentata dal bambino è rimasta vuota e che erano a conoscenza tutti del grave disagio familiare del piccolo.



E la storia continua, ieri i carabinieri hanno sequestrato quei manifesti, mentre i genitori hanno litigato tra loro sulla posizione da prendere. «Da ieri noi genitori non possiamo più accompagnare i bambini in classe e consegnarli alle maestre, le bidelle si mettono al cancelletto e non ci fanno passare. Io mia figlia me la sono riportata via». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero