Roma, bimbo morì al nido a 10 mesi. La procura: è polmonite

Roma, bimbo morto al nido a 10 mesi. La procura: è polmonite
Non ci sono responsabilità, nemmeno colpe. Impossibile prevedere la terribile tragedia. È stata una polmonite fulminante, nel maggio scorso, a strappare la vita nel...

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Non ci sono responsabilità, nemmeno colpe. Impossibile prevedere la terribile tragedia. È stata una polmonite fulminante, nel maggio scorso, a strappare la vita nel sonno a Mattia, il bimbo di dieci mesi ospite dell'asilo nido Pastrocchi e Scarabocchi, all'Appio (Roma).


Le conclusioni degli accertamenti autoptici hanno spinto la procura a chiedere l'archiviazione dell'indagine. Il fascicolo era stato aperto con l'ipotesi di omicidio colposo, un escamotage giuridico per procedere agli esami e agli interrogatori, anche se dai primi momenti l'ipotesi più accreditata era apparsa quella di una morte naturale.

Un giorno di lutto per Roma. La notizia aveva commosso la città. E lasciato nello strazio la famiglia, ma anche le educatrici del nido. L'educatrice, che quel giorno si era occupata del piccolo, era stata subito sentita dai carabinieri. «Mi sono accorta subito», aveva detto piangendo a dirotto, «che c'era qualcosa che non andava quando l'ho preso in braccio dal lettino. Aveva gli occhi chiusi ma si agitava». Un racconto drammatico, toccante.


«L'ho preso in braccio, poi è diventato improvvisamente cianotico», aveva spiegato, «poi ha smesso di respirare. A quel punto lo abbiamo subito rimesso nel lettino e chiamato i soccorsi». Una corsa contro il tempo. All'asilo di via della Marrana era arrivata in tempi rapidissimi una squadra del 118. «Era un bimbo bellissimo», ha spiegato l'assistente di Mattia. Nulla aveva fatto presagire quello che poi è accaduto. Dopo l'ingresso in classe il piccolo aveva fatto la merenda. Mattia aveva mangiato un omogeneizzato alla pera. Poi era stato intrattenuto insieme agli altri bimbi nei laboratori. Prima del pranzo era stato sistemato in culla per un riposino. Ma al momento del risveglio il piccolo era in condizioni disperate. Il pm di turno Margherita Pinto, come prassi in caso di morte improvvisa e sospetta che riguardano bambini, ne aveva disposto l'autopsia, affidandola ai medici legali di Tor Vergata. Il piccolo, come hanno confermato i genitori, non aveva mai sofferto di patologie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero