Roma, «Ma chi sei Putin? Questa è un'invasione»: i (veri) biglietti dei romani sulle auto in divieto

La compilation di "avvertimenti" pubblicata su The Roman Post. Perché a Roma, se i vigili non arrivano e le segnalazioni vanno a vuoto, i cittadini comunicano direttamente tra di loro

Roma, «Ma chi sei Putin? Questa è un'invasione»: i (veri) biglietti dei romani sulle auto in divieto
C'è chi scrive bigliettini addirittura al computer (forse per non farsi riconoscere) lasciando messaggi che solo un automobilista romano esasperato potrebbe inventarsi:...

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C'è chi scrive bigliettini addirittura al computer (forse per non farsi riconoscere) lasciando messaggi che solo un automobilista romano esasperato potrebbe inventarsi: «Ma come te chiamano Putin? Questa e n'invasione. Comprate er motorino!». Chi, per evitare la multa, la butta sul pietismo: «Per i vigili: sono in banca, per favore bussare». Chi ormai ha perso la calma e passa direttamente alla maniere forti: «La targa ormai la conosciamo, voi cantate ancora di notte fregandovene di chi dorme e noi vi faremo una sorpresa». E chi, invece, non perde mai la forma mantenendo comunque un garbato lei: «Parcheggi meglio. Coglio...».

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Perché nella Capitale, tra auto incastrate a mo' di Tetris, traffico in tilt, discariche improvvisate un po' ovunque, ormai funziona così: se i vigili non arrivano e le segnalazioni vanno a vuoto, i romani comunicano direttamente tra di loro. E i bigliettini che lasciano per strada sono davvero degni di nota, come dimostra il profilo The Roman Post che ha pubblicato una vera e propria compilation di avvertimenti. Come il proprietario dell'auto nuova che ha lasciato un cartello sulla ruota: «Non fate fare la pipì ai cani, appena verniciato». Romano avvisato, mezzo salvato.


 

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Il Messaggero