A Roma in bicicletta? Preferisco vivere

A Roma in bicicletta? Preferisco vivere
andare in bici a Roma è da pazzi. Chissà che sostanze stupefacenti assumono quelli che cerco di non investire...

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andare in bici a Roma è da pazzi.

Chissà che sostanze stupefacenti
assumono quelli che cerco
di non investire
@pierber2011

Grazie amici per la bella passeggiata cultural ecologica. La prossima volta in bici andateci da soli. Nessuna voglia di tornare a casa stressata e ferita. Ci vuole fegato per pedalare a Roma e anche un po’ di faccia tosta. Giusto, sul marciapiede non si va. Perdono a tutte le mamme con i passeggini e ai pedoni, dovete capire: meglio le vostre maledizioni che fare la fine di Willy il coyote. Provate voi ad attraversare via Salaria all’altezza di villa Ada, quattro file di auto in una strettoia che se provi a passare in mezzo ti stritolano. Sussultando tra radici e buche alla fine si arriva al Quirinale, la meraviglia è un attimo.

Un’auto sale da via della Dataria veloce che nemmeno Bond, sale sul marciapiede e sfiora il muro. Due metri ancora e il ritorno a casa sarebbe stato in ambulanza. Piste ciclabili dove siete? Ma sì, il Tevere, Kentridge, Roma vista dal fiume. Peccato che il biondo si veda appena tra i gazebo dell’estate, ma almeno si cammina in pace. Per poco, un’auto suona e pretende di farsi largo lungo la banchina prima del ponte della Musica. E no! Si lascia il fiume per entrare nella giungla, se non vi sentite Sandokan tenetevi lontano dalla ciclabile che da viale della Moschea va sull’Olimpica. Rovi, rami che sbattono in faccia, servirebbe un machete. Un tratto è chiuso ma qualcuno ha aperto la rete, si esce dal tunnel di foglie pieni di graffi. Grazie amici, nessun’altra gita finché fare il ciclista a Roma non sarà una cosa normale. E non roba da eroi dell’asfalto, esploratori, kamikaze, impertinenti per necessità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero