«Mi volevano ammazzare. Mi avevano detto di andare a vedere l'appartamento che mi era stato assegnato, ma non sapevo dove fosse esattamente. Io Tor Bella Monaca non la...
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IL VIAGGIO
Era scosso quando ha raccontato al suo avvocato, Paolo Palma, ciò che gli era successo: non solo per la paura, ma perché lui a Roma si è sempre comportato onestamente, è sposato, ha due figli e un lavoro regolare. E' lavapiatti in una pasticceria ristorante in via Andrea Doria: lo stipendio, poco meno di 900 euro, per tre quarti se ne va nell'affitto per un piccolo appartamento vicino a dove lavora. Deve mantenere la famiglia, la moglie, una figlia disabile, uno più grande, italiano di seconda generazione, che ha 19 anni è iscritto all'università ad Ingegneria. E' la fotografia di una famiglia inserita e integrata, ma il clima a Roma e in Italia si è incattivito. «Al dipartimento politiche abitative del Comune di Roma mi hanno detto che dopo anni finalmente anche la mia richiesta era al nono posto in graduatoria e che c'era un appartamento per la mia famiglia». Gli uffici del Comune (non si sta parlando di Ater, ma di alloggi di edilizia popolare di Roma Capitale) consegnano un documento a Howlader con l'indirizzo. «Quei ragazzi a cui ho chiesto l'informazione mi hanno spintonato, mi hanno detto sporco negro, qui non c'è posto per te, vattene, mi hanno colpito alle spalle, sono caduto a terra. Mi hanno strappato la camicia. Mi sono agitato, sono entrato in fibrillazione perché presto dovrò cambiare le batterie del pacemaker». Howlader ha problemi al cuore e da dieci anni vive proprio grazie a un pacemaker. Sul marciapiede si è sentito male. «Per fortuna qualcuno è intervenuto per aiutarmi». Secondo quanto racconta Howlader a Tor Bella Monaca non si sono voltati dall'altra parte, i quattro ragazzi - tra i venti e i venticinque anni - non erano l'avamposto di una rivolta dell'intero quartiere, visto che un uomo e una donna hanno urlato ai ragazzi di lasciare stare Howlader, «che cosa fate, andate via». I quattro sono fuggiti, mentre qualcuno ha chiamato il 118. Quando l'ambulanza è arrivata, ha soccorso l'uomo, ha controllato il battito cardiaco, perché più che le contusioni per i colpi e la caduta ovviamente preoccupava il cuore. Per fortuna l'uomo si è ripreso e le conseguenze non sono state gravi.
«Io non ho fatto nulla di male - ha ripetuto Howlader - volevo semplicemente vedere l'appartamento. Ora però a Tor Bella Monaca non voglio tornare, ho paura, mi dispiace. Certo, mi piacerebbe che mi fosse assegnata una casa vicino a dove lavoro, ma so che non è possibile». L'alloggio si trova all'ottavo piano, in una delle due palazzine alte di largo Mengaroni dove la percentuale degli occupanti abusivi è alta. Sul caso sta indagando il commissariato Casilino, dove è stata presentata la denuncia, ma secondo l'avvocato Palma è stato un errore da parte degli uffici del Comune mandare un cittadino di origini bengalese di fatto allo sbaraglio.
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Il Messaggero