Roma, caccia alla baby gang che terrorizza i ragazzini dell'Appio Claudio

Caccia alla baby gang incubo degli adolescenti che vivono nell’area dell’Appio Claudio. Vessati, picchiati, ricattati, costretti a tacere nei confronti dei genitori...

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Caccia alla baby gang incubo degli adolescenti che vivono nell’area dell’Appio Claudio. Vessati, picchiati, ricattati, costretti a tacere nei confronti dei genitori per paura di non potere più uscire di casa. I raid negli ultimi giorni sono stati continui, al ritmo di una media di uno al giorno nell’ultimo mese. Quattro le aggressioni denunciate solo nel pomeriggio di lunedì scorso: ad avere la peggio uno studente di 15 anni a cui la gang ha prima rubato una cassa bluetooth e poi ha cercato di strappargli via anche la bici nuova di zecca.


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Il ragazzino è finito in ospedale con il volto tumefatto, le costole doloranti per i colpi ricevuti. Quando è stato avvicinato dalla gang era insieme con altri due amici: «Quei tre ci sono venuti incontro a bordo di due bici, urlavano e sembravano spiritati, come diavoli, siamo scappati via, separandoci», il racconto alle Volanti di polizia accorse sul posto. Il quindicenne se li è trovati davanti girando l’angolo, prima la rapina, poi la trappola cercando di farsi restituire la cassa. Attirato nel Parco degli Acquedotti, l’adolescente è stato braccato da due che lo hanno picchiato, colpi violenti anche con i gomiti, mentre il terzo gridava: «Ci mettiamo nei guai se gli rubiamo anche la bici», come se rapinarlo e picchiarlo non fosse abbastanza. Martedì mattina c’era la fila di mamme al commissariato Decimo Tuscolano per denunciare altri episodi.

Si è scoperto che lo stesso lunedì la banda era già entrata in azione altre tre volte, a partire dalle cinque del pomeriggio e in luoghi distanti poche centinaia di metri l’uno dell’altro. A un altro ragazzo hanno rapinato 30 euro. Inizialmente non aveva detto nulla. «Temevo che papà e mamma non mi avrebbero lasciato più uscire», ha confidato. LE CHAT Nelle ultime ore è partito anche un tam tam nelle chat e sui social di quartiere. I genitori sono preoccupati: «Si stanno verificando dei fatti spiacevoli nei dintorni della piazzetta di San Policarpo e zone limitrofe - scrive una mamma - adolescenti che molestano altri coetanei chiedendo soldi e rubando oggetti, mettendo loro paura. Noi adulti abbiamo il dovere di intervenire. Facciamo rete e segnaliamo senza paura».


La polizia sta indagando. Nel mirino c’è una banda molto più ampia, composta da almeno sei, sette bad boys, tutti italiani - forse un rom di seconda generazione - che agiscono insieme o per gruppetti separati. Il più cattivo sarebbe anche il più piccolo, 13 anni appena e, quindi, non perseguibile penalmente. Altre volte sarebbe stato accompagnato in commissariato e poi riaffidato al padre. Proprio in virtù di questa “impunibilità” sarebbe il più spavaldo e pericoloso.
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Il Messaggero