Roma, auto rubata prende fuoco: trovato un terzo ragazzo morto, era a 300 metri dal veicolo. Il ritrovamento dopo la denuncia della fidanzata

È stato trovato senza vita, a 300 metri dal luogo dell'incidente avvenuto sabato sera in via Casilina, il quarto uomo a bordo della Bmw rubata ribaltatasi...

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È stato trovato senza vita, a 300 metri dal luogo dell'incidente avvenuto sabato sera in via Casilina, il quarto uomo a bordo della Bmw rubata ribaltatasi all'altezza del comune di Segni al km 52.500 in direzione Anagni-Colleferro, e a fuoco subito dopo. Si tratta di un 33enne albanese, connazionale degli altri tre che si trovavano con lui, dei quali solo uno è sopravvissuto, ricoverato all'ospedale di Colleferro. Il suo corpo è stato trovato grazie alla denuncia presentata da una donna che ha detto ai carabinieri di non avere più notizie del compagno, in compagnia delle vittime dell'incidente.

Dalla corsa a 200 all'ora allo schianto con l'auto rubata: l'incidente choc sulla Casilina. La testimone: «Sembrava un missile»

L'incidente choc

Una chiamata al 112 ha portato sul luogo del sinistro i carabinieri della stazione di Segni e del Nucleo radiomobile della Compagnia di Colleferro. Una Bmw serie 4 coupè era volata fuori dalla sede stradale, atterrando tra gli alberi e prendendo fuoco dopo l’impatto. L’auto, proveniente da Anagni (Frosinone), viaggiava sulla Casilina a folle velocità, si presume a circa 200 chilometri orari, quando – percorrendo l’ampia rotatoria tra i due rettilinei - ha urtato il cordolo con la fiancata sinistra, alzandosi letteralmente in volo per ricadere tra gli alberi dopo circa 50 metri. 

La testimone

«Si è staccata da terra, sembrava un missile», ha raccontato una donna che era stata da poco superata dalla Bmw. L’atterraggio addosso a un grosso tronco ha provocato la morte sul colpo di Marian Kola di 23 anni e Blerim Miha di 27,i due giovani che si trovavano seduti davanti, mentre il terzo passeggero, di 28 anni, è stato scaraventato fuori e lotta tra la vita e la morte al Policlinico Tor Vergata. I tre, di origine albanese, residenti alla periferia sud di Roma, tra Tor Bella Monaca e Ponte di Nona, ed erano noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. Tutti sprovvisti di documenti, infatti, sono stati identificati grazie alle impronte digitali, rilevate presso la camera mortuaria del centro di medicina legale di Tor Vergata.

Dopo lo scontro la Bmw ha preso fuoco, sulla parte anteriore, con le fiamme che hanno avvolto il motore e, in parte, l’abitacolo dove si trovavano i due corpi senza vita. È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Colleferro e Palestrina per domare l’incendio ed evitare che si propagasse nella boscaglia. All’arrivo dei sanitari del 118 i medici non hanno potuto fare altro che constatare la morte dei due giovani mentre Il terzo, riverso a terra in gravissime condizioni, è stato portato in codice rosso prima all’ospedale di Colleferro e, successivamente, al Policlinico Tor Vergata dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico nella speranza di salvargli la vita. 

 

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Il Messaggero