Ambulante morto a Roma, sit-in di protesta dei senegalesi: «La giustizia non ha colori»

"La giustizia non ha colori" si legge su un cartello. E verità e giustizia sulla morte di Magatte Niang hanno chiesto alcune centinaia di persone, la maggior...

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"La giustizia non ha colori" si legge su un cartello. E verità e giustizia sulla morte di Magatte Niang hanno chiesto alcune centinaia di persone, la maggior parte africani, al sit-in a Roma per l'ambulante senegalese morto due giorni fa dopo un blitz anti-abusivismo dei vigili urbani. L'ipotesi prevalente é che il 54/enne sia deceduto per un infarto, ma l'autopsia che si svolgerà domani potrà fare maggiore chiarezza. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti.

 
Di omicidio si parla in piazza, «diretto o indiretto», dice qualcuno al microfono. Dopo la morte di Magatte si era sparsa la voce che fosse stato investito da un motorino della polizia municipale mentre scappava dal blitz per sequestrare la merce agli ambulanti sul ponte dell'Isola Tiberina. «Non abbiamo inseguito nessuno», ha assicurato il vicecomandante dei vigili Antonio Di Maggio. Il funzionario é stato bersaglio di manifesti e slogan al sit-in di protesta. "Di Maggio si muore", recitava uno. Sotto accusa il Gruppo speciale sicurezza urbana (Gssu) della municipale per i blitz ritenuti troppo violenti contro gli ambulanti stranieri. «Non sappiamo se Niam è stato ammazzato oppure no, ma vogliamo giustizia - ha affermato un senegalese al microfono -. Chiediamo al prefetto e al sindaco di sospendere le squadre di Di Maggio che ci stanno massacrando. Adesso basta».

«Mai più morti per il decoro», recita uno striscione. «Uniamoci per avere una vita - ha detto un migrante -, questa non é vita». Per domani si pensa a un corteo da piazza Vittorio al Campidoglio. E qualcuno vorrebbe i funerali di Niang in Comune. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero