Avevano fissato la data delle nozze, ordinato l'abito da sposa e prenotato il ristorante. Poi una soffiata ha fatto sgretolare il sogno di una quarantenne innamorata:...
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Finita la storia d'amore a colpi di pistola, Alessandra Riglietti si è ritrovata a fare i conti con la giustizia che ieri l'ha condannata, col rito abbreviato, a 4 anni e 8 mesi con l'accusa di tentato omicidio. La donna e il suo amato per sviare le indagini della polizia avevano raccontato che il colpo era partito accidentalmente dopo che la pistola di lei, regolarmente detenuta, si era inceppata. Poi invece un'altra fidanzata dell'agente ed alcuni testimoni hanno indirizzato le indagini per il verso giusto. Il risultato: i promessi sposi si sono ritrovati tutti e due in manette. Il primo provvedimento, anzi, era scattato su iniziativa del pm Maurizio Arcuri proprio per la vittima, il sovrintendente di polizia arrestato per violazione della legge sulle armi. In caserma custodiva una pistola con matricola abrasa, relativo munizionamento abusivo, e sei penne pistola, oltre centomila euro in banconote (non risultati sospetti però).
La donna, invece è stata spedita in carcere, nel periodo previsto per la luna di miele, su iniziativa del pm Margherita Pinto. «O stai con me o con nessuno», avrebbe detto al suo amato. È probabile che la donna accecata dalla rabbia per il raggiro subìto abbia richiesto i soldi almeno dell'abito da sposa prima di esplodere i due colpi. «Mi hai rovinato la vita, ti meriti il peggio», gli avrebbe urlato in faccia. Anche il poliziotto conteso (assistito dall'avvocato Alessandro Olivieri) rischia di finire a processo.
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Il Messaggero