Roma, furto all'alba nel deposito Ama: rubate le chiavi di 10 furgoncini. Slitta la raccolta dei rifiuti

Il centro senza telecamere di sorveglianza. Le ipotesi: un sabotaggio o un atto vandalico

Roma, furto all'alba nel deposito Ama: rubate le chiavi di 10 furgoncini. Slitta la raccolta dei rifiuti
Non si sa se l'intento fosse quello di sabotare uno dei tanti depositi dell'Ama e impedire agli impiegati di compiere il loro lavoro oppure se si sia trattato di un atto...

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Non si sa se l'intento fosse quello di sabotare uno dei tanti depositi dell'Ama e impedire agli impiegati di compiere il loro lavoro oppure se si sia trattato di un atto vandalico o di una "ritorsione" interna all'azienda (che pure di vicende analoghe ne ha subite parecchie nel corso degli anni). Le ipotesi al momento sono tutte percorribili giacché gli agenti di polizia del commissariato Spinaceto, che hanno in mano le indagini, non riescono a venire a capo del blitz: non ci sono testimoni e men che meno impianti di videosorveglianza che si possano rivelare utili (pur trattandosi di un deposito della municipalizzata dei rifiuti di Roma Capitale). Ma tanto è accaduto la scorsa notte sulla Pontina in una delle rimesse dell'Ama: una o più persone si sono introdotte nell'area, hanno rubato dieci mazzi di chiavi dei veicoli, altrettanti palmari usati nei turni dai dipendenti e provato anche a portarsi via - senza poi riuscirci - uno squaletto. Di più, ad essere sottratta è stata anche una radio interna mentre altri dispositivi sono stati danneggiati. Per la tipologia degli oggetti che sono stati trafugati, vale tanto l'ipotesi di un sabotaggio quanto quella dell'atto vandalico, mentre si tende ad escludere che nel deposito si siano introdotti nomadi o senza fissa dimora e questo perché appunto ad essere spariti sono stati quei mazzi di chiavi.

LA DENUNCIA
Ad accorgersi di quanto accaduto sono stati all'alba di ieri alcuni impiegati che, montando in servizio, non trovavano le chiavi dei veicoli per far uscire gli stessi dal deposito e farli entrare in servizio sulle strade - già martoriate dai rifiuti - della Capitale. Le hanno cercate in diverse stanze senza trovarle e hanno poi capito che nel deposito si era introdotto qualcuno perché almeno due porte erano rotte. L'orologio segnava le cinque e trenta del mattino quando i dipendenti hanno chiamato i soccorsi per il furto che si era consumato nell'indifferenza generale: senza che suonasse un allarme e senza immagini da estrapolare da sistemi di videosorveglianza che - in linea teorica - ci sarebbero dovuti essere o essere funzionanti. Alcune chiavi, che risultavano rubate, sono state poi ritrovare lungo la strada, in mezzo ai grovigli dell'erba ma comunque almeno per la mattinata alcuni veicoli non sono potuti uscire. L'Ama tra le tante vicende che ha subito, ha dovuto pagarne una con una richiesta di rinvio a giudizio per diversi dipendenti accusati di rubare gasolio per rivenderselo in proprio.

LA SICUREZZA


Situazione che ha comportato per l'azienda un ripensamento generale per garantire una maggiore sicurezza e la nomina di un ex generale della guardia di finanza - Antonio Di Terlizzi - come responsabile appunto della sicurezza. Era novembre e all'epoca si annunciava anche la nascita di un vero e proprio "pool" con il compito di rafforzare le azioni di vigilanza e di controllo interne all'azienda. «Quanto accaduto testimonia che bisogna lavorare per mettere in sicurezza le sedi, a protezione dei beni aziendali e degli stessi lavoratori - commenta Giancarlo Cenciarelli, segretario generale della Funzione pubblica Roma e Lazio della Cgil - ci sono sedi e stabilimenti in cui non c'è nessun controllo, anche negli orari in cui si lavora. Abbiamo chiesto di potenziare le guardianie anche utilizzando lavoratori inidonei. Al contempo i perimetri delle sedi h 12 vanno protetti nelle ore di chiusura, per prevenire furti di gasolio o atti vandalici».
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Il Messaggero