Ancora una volta è boom di assenze, ferie, permessi e malattie all’Ama. Con l’azienda che nelle ultime settimane si ritrova anche con circa 500 addetti in meno...
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POCHI CAMION E ADDETTI
Ma dietro questa situazione sono vari i motivi che riportano Roma pericolosamente verso l’emergenza. Molti sono ormai strutturali: circa il 30 per cento dei camion è in manutenzione (e i nuovi compattatori Csl fanno fatica a raccogliere i materiali nei cassonetti sotto i 240 litri, con ritardi soprattutto nello smaltimento dell’indifferenziato), mentre in questi giorni la discarica di Mad di Rocca Secca ha ridotto i conferimenti da Roma di circa 200 tonnellate a settimana. E la situazione non rientrerà prima di 10 giorni. Ma mai come in questa fase si sente il peso dei pochi addetti a disposizione, in una realtà che dall’inizio dell’anno ha visto uscire 200 lavoratori con Quota 100: da quanto trapela da via Calderon de La Barca ne mancano circa 500 al giorno in questo periodo, mentre a giugno si erano intorno al 370 unità tra gli assenti tra addetti alla raccolta, allo spazzamento e alle officine. I quali - complici anche le disposizioni dei Dpcm per gestire il Covid che incentivano lo smaltimento di questi strumenti - non si presentano a lavoro perché sono in malattia, in permessi legati a motivi familiari e ferie. Stando ai report interni, le zone dove servono più operai sono San Giovanni, Colosseo e Trastevere in Centro e la Cassia e Saxa Rubra a Nord.
L’IMPATTO DELLE UND
Se non bastasse - da quando la municipalizzata dei rifiuti ha “internalizzato” la raccolta delle Und, dei rifiuti porta a porta di bar, negozi e ristoranti nei Municipi I, III, XIV e XV un tempo gestita da Multiservizi - quasi 300 addetti sono stati spostati dai servizi ordinari a queste attività.
Il Messaggero