Roma, gli alberi che muoiono specchio della città

Roma, gli alberi che muoiono specchio della città
Abitavo nella città più bella del mondo. Ora passeggio tra i topi e rischio ogni minuto che mi cada un albero in...

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Abitavo nella città più bella

del mondo. Ora passeggio
tra i topi e rischio ogni minuto
che mi cada un albero in testa
@FBonafaccia

Lo sapete perché via del Boschetto si chiama così? Perché tanti anni fa un boschetto c’era veramente: lo aveva fatto piantare il cardinale Gonzaga. E via dell’Olmata? Pure: era costeggiata da tanti olmi. Poi vennero tolti e soltanto sotto la giunta Rutelli vennero ripiantati. Proprio l’ex sindaco nei giorni scorsi è intervenuto a un convegno organizzato dal Cnr sulla forestazione e ha lanciato l’allarme sullo stato del verde nella Capitale. Stato che è sotto gli occhi di tutti. Almeno di quelli che guardano la realtà senza anteporre la lente dell’ideologia politica.
Gli esempi sono numerosi. In Centro c’è piazza di Santa Maria della Quercia che prendeva il nome proprio dall’albero secolare davanti alla sede del Consiglio di Stato. L’albero è morto l’anno scorso e nonostante le proteste, compresa quella dell’attore Alessandro Gassmann, ancora non è stata ripiantata. Peggio è andata all’Alberone, un’altra grande pianta che diede il nome addirittura all’intero quartiere: era stato ripiantato 30 anni fa grazie a una sottoscrizione del Messaggero ma ora è morto. È stato ripiantato due anni fa e si è seccato ancora. Ma tutta Roma è così: muoiono e pericolosamente cadono pini sulla Colombo, platani a Villa Torlonia, altri a piazza Mazzini e l’ultimo a Colle Oppio. Ma come si fa a non capire l’importanza degli alberi in una città come Roma? Trilussa lo aveva capito eccome e scrisse questi versi: «L’Alloro dice: Poveretti noi! Dove so’ annati queli tempi belli quanno servivo a incoronà l’eroi? Ormai lavoro pe’ li fegatelli».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero