Storie di vita e libertà nel libro di Antonella Polenta

La presentazione è avvenuta nel Museo dei Granatieri di Sardegna

Alla presentazione del libro, la coppia formata da Beatrice Schiaffino e Mohamed Hossameldin
Nei musei i ricordi non svaniscono mai. Il tempo non li intacca e così la memoria rimane viva, custodita come preziose gemme testimoni di vite lontane, che continuano il...

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Nei musei i ricordi non svaniscono mai. Il tempo non li intacca e così la memoria rimane viva, custodita come preziose gemme testimoni di vite lontane, che continuano il loro corso come messaggi del passato rivolti alle nuove generazioni. Lo sa bene Antonella Polenta, autrice del romanzo storico “Quell’anno le margherite divennero rosse”, edito da Pegasus Edition, da lei presentato nel Museo Storico dei Granatieri di Sardegna, diretto dal Colonnello Bruno Camarota. Il luogo scelto per la presentazione è il simbolo del corpo militare di Stato che campeggia su Piazza Santa Croce in Gerusalemme, e che per l’occasione è divenuto teatro ideale di un pomeriggio letterario doc, in cui raccontare la vera storia di sangue - troppo a lungo rimasta sopita -, avvenuta quel 22 marzo del ‘44 a Maiano Lavacchio.

 

La frazione rurale di Magliano in Toscana ha custodito per anni il segreto di una storia cruenta, che risale al periodo finale della Seconda Guerra Mondiale: la vicenda di undici ragazzi fucilati per essersi rifiutati di entrare nell’esercito della nascente Repubblica di Salò. Il libro di Antonella Polenta ha conquistato il premio letterario “Città di Grosseto - Amori sui generis”, giunto alla sua terza edizione e la cui vittoria ha prodotto la pubblicazione del romanzo. “Un evento dal grande peso specifico”, secondo il Principe Guglielmo Giovanelli Marconi, seduto con l’autrice e con l’attore Vincenzo Bocciarelli al tavolo di rappresentanza. Proprio Giovanelli ringrazia la scrittrice per la sua nuova avventura letteraria, sottolineandone l’importanza per contribuire a quella carenza d’interesse verso la storia, da parte dei giovani italiani.

 

Un dato negativo che stride con l’alta presenza dell’Italia a livello mondiale, come Paese detentore dell’80% del patrimonio storico dell’Occidente. Tanti gli ospiti e gli amici presenti al firmacopie, dalla contessa Marisela Federici seduta accanto a Eliana Miglio, all’annunciatrice TV Alessandra Canale e lo specialista delle stelle Massimo Bomba. Si vede anche Beatrice Schiaffino con il suo Mohamed Hossameldin. Tra gli ospiti l’attrice e doppiatrice Martina Menichini, il marchese Emilio Petrini Mansi della Fontanazza, gli artisti Ilian Rachov e Giulio Gorga e l’autore Filippo Sallusto. In sala anche Franco Mariotti di AIFF - Ariano International Film Festival e Elena Parmegiani, direttrice della Galleria del Cardinale a Palazzo Colonna.

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Il Messaggero