Roma, boom di affittacamere. Gli hotel: troppi abusi, non pagano le tasse

Dopo lo stop causato dalla pandemia aumentano le offerte su portali e social

Roma, boom di affittacamere. Gli hotel: troppi abusi, non pagano le tasse
Scomparsi o “falliti”: questo aveva decretato la pandemia da Covid-19 e non era stato l’effetto peggiore, al contrario. Perché tra lockdown e crollo...

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Scomparsi o “falliti”: questo aveva decretato la pandemia da Covid-19 e non era stato l’effetto peggiore, al contrario. Perché tra lockdown e crollo verticale di turisti gli abusivi nel settore extra-alberghiero avevano smesso di fare affari in molti angoli della Capitale. Quasi una fortuna si direbbe se l’effetto, però, non fosse durato poco. Da qualche settimana a questa parte, complice il ritorno graduale a una vita che era andata in pausa tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 e che di certo si invocava e si aspettava per tutte quelle attività regolari piegate dalla crisi, anche i “furbetti” del settore ricettivo si sono rimessi in azione. 

 

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I NODI


Risultato? Un turista straniero non ci pensa e non ci fa caso, spesso sceglie un appartamento al posto di un hotel per un maggior senso di “libertà” e di “comodità”, ma loro, quelli che incassano senza pagare le tasse né il contributo di soggiorno al Campidoglio, hanno iniziato a festeggiare. Giuseppe Roscioli, presidente della Federalberghi Roma (oggi si terrà l’annuale assemblea del settore) affida la riflessione ad una domanda: «Se circa 100 mila posti letto regolari hanno fruttato al Comune, in contributo di soggiorno, ben 130 milioni di euro in un solo anno, quanto ha incassato l’amministrazione dal sistema extra-alberghiero che formalmente è composto da circa 33 mila inserzionisti i quali mettono a disposizione anche quattro posti letto in singolo appartamento?». A vedere gli “incassi” dell’amministrazione la domanda appare quasi retorica. 

 

IL SISTEMA

Anche perché i controlli pur volendoli onorare sono difficili da garantire. A volte è come cercare un ago in un pagliaio. Molti inserzionisti, infatti, promuovono un alloggio senza dare indicazioni precise sull’indirizzo (che viene comunicato privatamente a chi fa effettua una prenotazione e solo pochi giorni prima dell’arrivo). Nell’annuncio si legge zona Colosseo, zona Campo de’ Fiori, Esquilino ma poi vallo a trovare quell’appartamento pubblicizzato. Ancora: non ci sono solo le piattaforme modello “Airbnb” perché gli annunci hanno iniziato a diffondersi via social. L’escamotage è semplice, su Instagram principalmente vengono reclamizzati alloggi, case vacanze e appartamenti. Foto, video montati ad hoc per attrarre l’attenzione, si rimanda poi al sito o alla pagina Facebook dove è possibile prenotare ma anche in questo caso le “coordinate” restano generiche e dunque pure chi da palazzo Senatorio o all’interno del comando della polizia locale volesse arrivare a isolare la struttura dovrebbe di fatto procedere con una finta prenotazione. Per far questo servono uomini e risorse che non ci sono: solo azzardando una stima tra centro e quartieri periferici so contano almeno 15 mila inserzionisti fuori controllo.

 

LA SICUREZZA

Il comparto degli irregolari poi non tiene conto delle registrazioni, non c’è solo un problema di mancati incassi per l’amministrazione. Penalizzata anche la sicurezza dal momento che senza registrazioni non ci sono comunicazioni alla Questura sugli ospiti. Il presidente della Federalberghi Roscioli è pronto a spedire una serie di esposti per chi chiedere «ad autorità e istituzioni di fare la loro parte nel sistema delle verifiche, in un momento in cui la categoria dei regolari sta riprendendo a lavorare non è accettabile che a Roma persistano delle zone d’ombra che non hanno uguali neanche in metropoli come New York». 
 

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Il Messaggero