Sono diventati un vero e proprio incubo. Agiscono nell'area della Tuscolana, più precisamente nei parcheggi attorno a via Uberto Quintavalle. Prendono d'assalto le...
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Si chiama microcriminalità ma gli effetti sulla qualità della vita delle persone spesso non sono affatto micro. Furti che ormai si ripetono frequentemente qui in zona Tuscolana (così come in molti altri quartieri). Ed ogni volta le vittime devono fare i conti con i danni, ore perse per le trafile burocratiche e soprattutto «un senso di insicurezza che resta sul fondo».
LE DENUNCE
«Sono tante le denunce fatte alle forze dell'ordine, ma nulla è cambiato». Pochi giorni fa è toccato almeno a quattro, cinque lavoratori di trovare «la solita brutta sorpresa». Vetri infranti e auto saccheggiate (persino di una decina di cd musicali e una pennetta usb). «Ormai lasciare qualsiasi cosa in macchina è un rischio - si sfoga una ragazza - perché oltre al danno di quello che ti viene portato via, spesso cose di poco valore, va aggiunto quello dei vetri che debbono essere sostituiti». Chi utilizza i parcheggi pubblici chiede che vengano posizionate telecamere, almeno come deterrente ai ladri.
LA PAURA
«Ci vogliono maggiori controlli - si sfoga Stefania, che lavora in un vicino call center in un'area diventata ostaggio di bande organizzate: arrivano, smontano le ruote e lasciano le macchine su dei mattoni. Oppure spaccano il più delle volte i vetri per rubare le cose più assurde. L'ultimo episodio è dell'altro giorno: i ladri hanno spaccato i finestrini di quattro auto. Anche quella di una collega che l'aveva comprata da una settimana». Insomma un vero incubo per residenti e lavoratori di questa zona, che nelle ultime settimane evitano di lasciare le vetture nella grande area di sosta: a nessuno sfugge il tappeto di vetri rotti e di bulloni che puntualmente vengono lasciati sull'asfalto.
CARROZZERIE RIGATE
«Sono ormai decine le denunce. Qualcuno deve intervenire esplodono i residenti la sicurezza di un quartiere passa anche attraverso la presenza delle divise». E c'è chi aggiunge: «Non se ne può più. Quando sono andato a riprendere l'auto non volevo credere ai miei occhi: vetri rotti e oggetti sparpagliati ovunque. Il tutto per portarmi via un navigatore satellitare che tenevo nascosto nel cassettino». «Non mi era mai successo prima. Però so - dice - di altre persone a cui hanno rubato il casco del motorino, rigato la carrozzeria, rotto gli specchietti praticamente a sfregio».
elena.panarella@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero