«Non riapro più, abbiamo dato, a posto così. Noi siamo perone normalissime e vogliamo stare tranquilli». C’è rassegnazione nelle parole di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Centocelle, un altro rogo, distrutto il Baraka bistrot: l’ombra del racket sui locali della movida
L’ennesimo attentato a un esercizio commerciale è stato come un pugno in faccia per tutto il quartiere. Che si tratti di episodi legati alle piazze di spaccio, ad un’azione “politica” o al racket del “pizzo”, nelle strade che si snodano tra la Togliatti e via Federico Delpino e intorno al Parco del Forte Prenestino si respira un misto di sconcerto e paura. «Non vorrei che fosse una nascente organizzazione di estorsioni che vuole mettere le mani sui nuovi locali – dice Massimiliano Mazzara, 37 anni – Prima a Centocelle avevamo tre pub, ora ci sono tanti locali e questi attentati potrebbero rappresentare un messaggio a tutti». Qualcuno teme di tornare indietro di 40 anni. «Queste cose accadevano ai tempi della banda della Magliana – racconta Antonio Poletti, 65 anni – Allora se la prendevano con negozi di alimentari, ferramenta, artigiani». Vicino a lui, davanti al Baraka, c’è un gruppetto di frequentatori del locale. «È vero, era un locale se così si può dire “di sinistra”, avevano espresso solidarietà alla Pecora elettrica, ma non è che fossero attivisti», dice Marcello, 40 anni.
Certo è che Centocelle negli ultimi anni ha mutato pelle. È rimasto un quartiere con un’anima popolare, che ora però convive con i locali da movida. Ed è tra loro che oggi c’è più paura. «Ci chiediamo “chissà se toccherà a me” – afferma Maurizio, titolare di un altro bistrot, il Brikke – La polizia ci ha detto di non preoccuparci, ma è una parola…».
Paola, invece, è la giovane titolare del bar pasticceria Orchidea in via Chiovenda. Ha rilevato la gestione del locale da un mese ed è terrorizzata. «Da quando sono arrivata è iniziata questa serie di attentati – racconta – Sono sconvolta, ho paura che possa capitare anche a me e sarebbe una rovina, qui ho investito tutti i miseri risparmi». Quanto a possibili spiegazioni, dice, «non ne ho». Un’idea precisa ce l’ha invece Valerio Pasqualucci, 27 anni, contitolare della pinseria Cento55 di via delle Palme, vittima di un attentato incendiario a ottobre. Il suo locale, come la dirimpettaia Pecora elettrica, è davanti all’area del parco dove si spaccia. «Siamo gli unici punti di luce in quest’angolo di quartiere – spiega – Qui vendono eroina a dosi da 5 euro, praticamente “fabbricano” generazioni di nuovi tossicodipendenti ed è chiaro che diamo fastidio». Ma lui è deciso ad andare avanti. «Certo, ho paura che possa accadere di nuovo – afferma – ma non possiamo dargliela vinta». I residenti temono che la sequela di violenza possa spezzare l’anima solidale del quartiere. «Qui ci conosciamo tutti, c’è una grande umanità – dice Giulia Borea – Adesso c’è il rischio che si rompa tutto». Il governatore Nicola Zingaretti annuncia «un pacchetto di provvedimenti a sostegno di imprenditori colpiti da atti intimidatori e di violenza». La Camera di Commercio – dice il presidente Lorenzo Tagliavanti – attiverà «iniziative per essere vicina alla imprese colpite dai drammatici attentati degli ultimi giorni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero