Vigilantes ucciso con 8 colpi di pistola: arrestati il mandante e i due killer. Il movente è un debito

Vigilantes ucciso con 8 colpi di pistola: arrestati il mandante e i due killer. Il movente è un debito
Nella giornata ieri, dopo meno di un mese di serrate indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati hanno eseguito il decreto di fermo emesso dalla Procura della...

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Nella giornata ieri, dopo meno di un mese di serrate indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati hanno eseguito il decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, nei confronti di tre uomini, tutti romani, ritenuti essere il mandante (un uomo incensurato cl. '49) e i materiali esecutori (due quarantenni con pregiudizi penali) dell'omicidio della guardia giurata Giuliano Colelladi 35 anni. La sera del 27 marzo, alle ore 20 circa a Roma, in via di Rocca Cencia, nel parcheggio antistante l'inceneritore dell'Ama, la guardia giurata è stata freddata con 8 colpi di pistola cal. 7.65, decedendo sul colpo.




Le indagini, sin dai primi momenti, sono risultate particolarmente difficili a causa dell'assenza di testimoni oculari in grado di fornire particolari utili alle indagini. Il fatto di sangue, secondo quanto emerso, sarebbe l'esito di una serie di litigi tra la vittima e il mandante, per la restituzione di una considerevole somma di denaro di cui il secondo era debitore nei confronti della famiglia della vittima. La sera del 27 marzo all'appuntamento con la vittima si sono presentati i due sicari che hanno freddato la guardia giurata.



Le indagini hanno portato a riscontrare la pericolosità dei tre indagati e soprattutto il concreto rischio che si potessero rendere irreperibili, per questo motivo nella giornata del 16 aprile è stato eseguito il provvedimento di fermo del Pubblico Ministero con contestuale richiesta di applicazione di misura cautelare che, nelle prossime ore, sarà sottoposto alla convalida del Gip presso il Tribunale di Roma. I tre fermati si trovano al momento ristretti presso il carcere romano di Regina Coeli.
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Il Messaggero