Sei anni di carcere a Roberto Spada per la testata al giornalista Rai. «Aggravante mafiosa»

Roberto Spada e il suo guardaspalle Ruben Alvez Del Puerto sono stati condannati a 6 anni di carcere, più un anno di libertà vigilata per il pestaggio del...

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Roberto Spada e il suo guardaspalle Ruben Alvez Del Puerto sono stati condannati a 6 anni di carcere, più un anno di libertà vigilata per il pestaggio del giornalista Di Nemo, Daniele Piervincenzi, e del suo operatore. Per il giudice c'è l'aggravante del metodo mafioso. La corte ha anche deciso un risarcimento in favore della Federazione nazionale della stampa, Ordine dei giornalisti, Comune di Roma, Regione Lazio e associazione Libera.


La procura aveva chiesto 8 anni e 9 mesi per entrambi gli imputati, più tre di vigilata el’interdizione perpetua pubblici uffici.

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"Spada ha agito da boss - ha detto il pm Giovanni Musaró -  ha usato una violenza ostentata, plateale. Cosa c'è di meglio di una telecamera per ostentarla, per acquisire prestigio.  Avrebbe potuto chiudersi dentro la palestra e non ricevere il giornalista oppure picchiarlo all'interno. Invece ha voluto rivendicare il territorio”.
 

Per l’accusa va confermata l’aggravante di aver avuto con il giornalista il metodo mafioso come confermerebbe le modalità del pestaggio, il contesto, il convincimento di poter contare sull’omertà dei testimoni. “Dopo la testata si è sentito in strada il rumore delle tapparelle e i passanti si sono volatilizzati”.
 

I legali di parte civile (Comune, Regione, Associazione Caponnetto, Ordine dei giornalisti, Libera, oltre le due vittime) si sono associati alle richieste di condanna della procura.

“La testata testimonia il clima di paura che si respira a Ostia” ha detto per la Regione Lazio, l'avvocato Luca Petrucci.

“In quel territorio ci sono dei gruppi che si sostituiscono alle istituzioni - ha detto un penalista - Il processo ha dimostrato che l’aggressione al giornalista non sia stata un caso di violenza di strada, ma un atto dimostrativo. Spada con aria da boss ha voluto ribadire: “Decidiamo noi chi deve gestire la cosa pubblica”.


Piervincenzi stava chiedendo a Spada del suo appoggio a Casapound annunciato su Facebook.
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Il Messaggero