Roma, giornalista aggredito, via al processo. Piervincenzi: «Spada non deve chiedere scusa a me, ma a Ostia»

Il Campidoglio è parte civile nel processo a carico di Roberto Spada e di Ruben Alvez Del Puerto accusati di lesioni personali e violenza privata aggravate dal metodo...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il Campidoglio è parte civile nel processo a carico di Roberto Spada e di Ruben Alvez Del Puerto accusati di lesioni personali e violenza privata aggravate dal metodo mafioso per l'aggressione ai danni del giornalista Rai, Daniele Piervincenzi, e dell'operatore Edoardo Anselmi, avvenuta a Ostia lo scorso 7 novembre. Il via libera alla costituzione di parte civile è arrivata nel corso della prima udienza del processo davanti ai giudici della IX sezione penale. I due imputati sono collegati in video conferenza dal carcere di Tolmezzo e da quello di Nuoro.

   

Le altri parti civili sono Federazione nazionale della stampa e il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Regione Lazio e l'associazione 'Liberà. «Non ho nessun rancore nei confronti di Roberto Spada - ha affermato Piervincenzi a margine dell'udienza - credo invece che lui debba delle scuse a un quartiere che è abbandonato e che lui ha contribuito a impoverire, in cui le persone sono ostaggio. Noi lì abbiamo percepito il metodo mafioso, ci siamo stati parecchie settimane e ci siamo resi conto che lì c'è qualcosa che non va e si tratta di un sistema».
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero