Rissa in piazza Cavour, caccia ai complici dei 7 ragazzi arrestati

Rissa in piazza Cavour, caccia ai complici dei 7 ragazzi arrestati
Sette sono già finiti in manette, ma la certezza di chi indaga è che i baby picchiatori di piazza Cavour fossero molti di più. Lo scrive il gip Tamara De...

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Sette sono già finiti in manette, ma la certezza di chi indaga è che i baby picchiatori di piazza Cavour fossero molti di più. Lo scrive il gip Tamara De Amicis nell'ordinanza con cui dispone i domiciliari con l'accusa di tentato omicidio per quattro maggiorenni. Lo ribadisce la Procura minorile. E ne è certa pure la pm Elisabetta Ceniccola, che insieme ai Carabinieri diretti dal colonnello Antonio Petti è alla ricerca dei complici. D'altronde, i ragazzi, tutti simpatizzanti del movimento politico «Fronte della Gioventù», sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza del Palazzaccio mentre la sera del 14 ottobre massacravano con pugni, calci, colpi di casco, cinghiate e coltellate un sedicenne, colpevole solo di avere idee differenti dalle loro. «Gli indagati fanno parte di un gruppo che tende, mediante mezzi di prevaricazione e violenza, al controllo del territorio nei luoghi di aggregazione giovanile, anche sulla scorta di un senso di appartenenza ideologico», si legge infatti nell'ordinanza. La tesi della Procura non è supportata solo dai filmati, ma anche dalle dichiarazioni dei testi. Un amico della vittima, insultato dagli indagati perché straniero, ha dichiarato che ad aggredirli quella sera «sono state 50 o 60 persone»: un vero e proprio squadrone, che puntava a dominare la piazza. I responsabili del tentato omicidio, invece, sarebbero almeno una decina.


LA CONSULENZA

Per gli inquirenti, gli indagati erano consapevoli di poter uccidere. La pm ha anche disposto una consulenza per valutare se, sulla base del numero dei colpi ricevuti dalla vittima, dei mezzi utilizzati e delle lesioni, potesse essere individuata nell'azione degli indagati «una volontà omicidiaria». Nella perizia si legge che «sia i mezzi contundenti e da taglio che la ripetizione dei colpi inferti e le sedi anatomiche attinte (cranio e torace in regione cardiaca) sono idonei a cagionare la morte di un soggetto». A detta del medico del pronto soccorso che ha avuto in cura il sedicenne ferito, i colpi non hanno raggiunto organi vitali solo per un caso fortuito.

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Il Messaggero