Roma, «Rischi ambientali a Torpignattara». Scattano le derattizzazioni fai-da-te

Roma, «Rischi ambientali a Torpignattara». Scattano le derattizzazioni fai-da-te
Indagine penale per rischio ambientale. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta a seguito dell’esposto presentato a ottobre dal Comitato di quartiere Torpignattara...

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Indagine penale per rischio ambientale. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta a seguito dell’esposto presentato a ottobre dal Comitato di quartiere Torpignattara che nella denuncia ipotizzava i reati di “reato ambientale” e “interruzione di pubblico servizio” a causa della mancata raccolta dei rifiuti e delle numerose discariche abusive nel territorio. È la prima volta che le proteste dei residenti non finiscono nel vuoto, ma hanno un seguito penale. Sempre da Torpignattara è partita la richiesta di risarcimento della TaRi con un ricorso alla Commissione Tributaria di Roma.

 
«Giorni fa - spiega l’avvocato del comitato Silvia Ronchetti, il legale che ha curato anche l’esposto finito in Procura - abbiamo inviato una lettera a Comune, Municipio e Asl per chiedere all’ufficio di igiene competente di certificare il disastro igienico nel quartiere assediato da blatte, topi e larve. A febbraio - aggiunge - ho chiesto aggiornamenti sull’esposto e risultava aperta un’indagine penale per reati ambientali». 

Ecco la fotografia di uno degli storici quartieri di Roma, costretto a usare strumenti legali e a interpellare la Procura per chiedere il rispetto di principi fondamentali come dignità e decoro, appellandosi anche all’Asl del territorio. La crisi del ciclo dei rifiuti a Torpignattara è così forte che ieri Ama è dovuta intervenire con un camion con braccio a “ragno” per portare via le montagne di rifiuti che impedivano di camminare sul marciapiede in via della Marranella. Sotto i sacchi c’erano vermi. «L’Ama deve intervenire al più presto sul conferimento dei rifiuti dei commercianti» protesta Alessandro Moriconi, ex consigliere del V Municipio. I topi poi sono diventati così “sfrontati” che entrano negli androni dei portoni. È successo in via Oreste Salomone dove un residente ha documento con un video l’assedio di un enorme ratto. Gli abitanti hanno chiamato l’ufficio d’igiene della Asl. La richiesta di intervento è caduta nel vuoto e i condomini hanno dovuto risolvere da soli con una disinfestazione fai-da-te. Dopotutto sono moltissime le richieste che arrivano alle Asl. Nell’ordinanza della Regione si legge che «a seguito di segnalazioni e richieste, i Servizi di igiene pubblica delle Aziende sanitarie hanno posto in essere azioni di monitoraggio e osservazione diretta attraverso personale ispettivo».
 

I romani chiamano l’Ama, e l’Ama che dice? «Centosettantanove segnalazioni dal 26 gennaio 2019 ad oggi, circa 29 al mese per la mancata raccolta dei rifiuti» denuncia Cinzia Barilozzi, residente. Nel frattempo, vista l’emergenza nella raccolta, è cambiata anche la risposta automatica inviata dagli uffici dell’Ama. «Prima – spiega Cinzia – si leggeva: “Effettueremo il servizio in 24 ore”, ora invece la frase è diventata “nel più breve tempo possibile». Stanno chiedendo alla Asl di dichiarare il rischio sanitario anche gli abitanti dell’Alberone e di Centocelle «appellandosi all’articolo 23 del contratto di servizio Ama» dice Alessandro Pallottini, promotore dell’iniziativa lanciata sulla pagina Facebook Riduzione TA.RI. e la mail stop.monnezza@gmail.com. Poco distante da Torpignattara, intanto, la presidente del VII Municipio (Appio-Tuscolano) Monica Lozzi (M5S) stanca di aspettare “il miracolo” ha aiutato gli operatori dell’Ama a ripulire i marciapiedi davanti i cassonetti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero