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Sono manager, consulenti legali, studentesse, ma da quando è scoppiato il conflitto sono mamme terrorizzate per il destino dei propri figli. Sei donne e sei bambini ucraini sono riusciti a scappare dagli orrori della guerra e a trovare rifugio in Italia. Dai primi di marzo, alloggiano in una villa con tre appartamenti a Valmontone, in provincia di Roma e usufruiscono di assistenza alimentare, sanitaria e ricreativa grazie al progetto Consulcesi4Ucraine.
L’attivazione del servizio wi-fi, grazie all’intervento del Sindaco di Valmontone, sta consentendo ai bambini di seguire la didattica a distanza. Durante le festività di Pasqua, sebbene il cuore di tutti resti rivolto al loro Paese martoriato e in attesa che questo dramma giunga presto al termine, le famiglie accolte hanno potuto godere di un momento di serenità con una visita organizzata a San Pietro e una scampagnata romana.
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“Gli stiamo offrendo il maggior aiuto possibile, cerchiamo di farli sentire a casa e di alleviare il dolore provocato dalla guerra” - ha commentato Simone Colombati, Public Affairs Director di Consulcesi Group - “Potranno stare da noi finché vorranno e stiamo lavorando per un’accoglienza di lungo periodo, anche se ci auguriamo che possano tornare alle loro abitazioni, perché ciò significherebbe che questo scempio sarà finito” conclude Colombati.
A fare da ponte per attivare la rete di solidarietà è stata l’Associazione cristiana degli ucraini in Italia che ha messo in contatto Consulcesi con le famiglie di rifugiati e ha assistito l’azienda leader nella formazione dei medici e operatori sanitari nella consegna di un carico di beni di prima necessità al confine con la Polonia. In soli tre giorni, sono stati ben 1.829 i chilometri percorsi dai van messi a disposizione da Consulcesi per consegnare 60 scatoloni contenenti gli aiuti umanitari della popolazione italiana in Ucraina da Roma alla città di Medyka, Polonia al confine con Ucraina e per caricare i rifugiati.
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