Le discariche di Civitavecchia e di Roccasecca dovrebbero tornare in funzione già da questa mattina. E, di conseguenza, dovrebbero riprendere l’attività di...
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Mercoledì scorso la Mad di Valter Lozza aveva comunicato ad Ama e alle aziende che trattano i suoi rifiuti (come la Colari di Malagrotta e la Saf di Colfelice) che non poteva più smaltire gli scarti di lavorazione provenienti dai Tmb. Parliamo di oltre 500 tonnellate al giorno, generate a loro volta dal trattamento di circa 2.100 tonnellate di materiale indifferenziato gettate giornalmente dai romani nei cassonetti. Mad - già interessata da un processo in questo campo - lamentava che dopo una recente sentenza della Corte di giustizia europea aumentavano gli oneri e i rischi di natura giuridica per gli smaltitori, coinvolti nel controllo della pericolosità dei cosiddetti rifiuti urbani con codici a specchio. Da qui lo stop alle attività a Civitavecchia e Roccasecca, che hanno bloccato il trattamento nei Tmb fornitori di Ama e creato fortissimi problemi alla raccolta della spazzatura a Roma. A sbloccare l’impasse, e dopo il lavoro di concerto tra il ministero dell’Ambiente e i tecnici della giunta Zingaretti, una lettera inviata ieri all’azienda di Lozza dalla Regione, nella quale «s’invitava» Mad a riprendere il servizio già da lunedì. Nella missiva le si garantiva sia che - come stabilito dall’Arpa - saranno al momento applicate le vecchie regole sulla classificazione dei materiali sia, soprattutto, che entro martedì prossimo il ministero e l’Ispra avrebbero diffuso le nuove linee guida per il trasferimento dei rifiuti urbani solidi nelle discariche.
Da qui la decisione di Mad di tornare sui suoi passi, anche perché le future disposizioni daranno soprattutto ai produttori di rifiuti e agli impianti di trattamento (come i Tmb) il grosso degli oneri di controllo sulla pericolosità dei rifiuti rispetto a quelli in carico agli smaltitori, che gestiscono le discariche. «Aspettiamo soltanto che le aziende ci mandino la documentazione per ripartire», fa sapere Lozza, che è anche proprietario del sito di Monte Carnevale dove dovrebbe sorgere la futura discarica capitolina e che si accinge a chiedere in Regione un’autorizzazione per avviare l’impianto.
Il Messaggero