Rifiuti di Roma, i camion a Ponte Malnome: la rivolta di Ostia

Rifiuti di Roma, i camion a Ponte Malnome: la rivolta di Ostia
La soluzione tampone, dopo l’incendio allo stabilimento Ama di Rocca Cencia, si snoda in tre direzioni: gli impianti contigui alla struttura della municipalizzata, affittati...

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La soluzione tampone, dopo l’incendio allo stabilimento Ama di Rocca Cencia, si snoda in tre direzioni: gli impianti contigui alla struttura della municipalizzata, affittati al gruppo Porcarelli, i due Tmb di Malagrotta - di proprietà di Colari, ma gestiti da un amministratore nominato dal Tribunale - e il centro di trasferenza di Ponte Malnome, che però fra tre mesi non sarà più utilizzabile. In ballo ci sono le 400 tonnellate quotidiane di rifiuti indifferenziati che non possono essere trattate nell’impianto andato a fuoco. Ma sullo sfondo resta l’apertura del tritovagliatore mobile dell’azienda capitolina, a Ostia. L’utilizzo della struttura sul litorale non è imminente, anche perché va completato l’iter propedeutico, ma arriverà subito prima dell’estate. «In questo contesto di impianti insufficienti, è la cosa migliore da fare», osserva un tecnico del settore


LA PROTESTA
Intanto si respira nervosismo e attesa all’esterno del centro Ama di viale dei Romagnoli a Ostia Antica, dove per tutta la giornata di ieri i tir della municipalizzata hanno fatto avanti e indietro, anche senza portare rifiuti. All’interno della struttura, a due passi dal borgo storico e dagli scavi archeologici, c’è il tritovagliatore. L’impianto mobile trasferito proprio da Rocca Cencia, più di un anno fa, e arrivato nel X Municipio per essere attivato in caso di emergenza. Il suo compito quello di sminuzzare e separare i rifiuti. Entrò in funzione anche subito dopo l’incendio al Tmb Salario del dicembre scorso e potrebbe essere acceso anche nei prossimi giorni. C’è chi teme che sia questione di poco tempo, il tempo di un collaudo da parte dei tecnici Ama per monitorare le funzioni.

I COMITATI

E monta la protesta dei residenti, non soddisfatti delle rassicurazioni dell’amministrazione municipale pentastellata: «L’utilizzo del tritovagliatore, come nel passato, avrà una gestione esclusivamente locale e solo in caso di necessità», ripete il capogruppo M5S a Ostia, Antonio Di Giovanni. «È sempre la solita storia - dice Franco De Luca del locale comitato di quartiere - questa amministrazione promette una cosa e poi ne fa un’altra. Mi piacerebbe capire cosa ne pensano le istituzioni locali che a Ostia hanno fatto una campagna elettorale su questi temi. Noi siamo pronti alle barricate». «Non si può inserire in un contesto storico e culturale di Ostia Antica il tritovagliatore - dice Paolo Bondi, presidente della locale proloco - Così non si rilancia il turismo, così lo si ammazza. In questo modo, il nome di Ostia Antica sarà associato più al tritovagliatore che agli scavi. Faremo la fine di Malagrotta». «Per Ostia Antica sarebbe un disastro - ammette Giovanni Pieroni, presidente del comitato di quartiere Ostia Antica Saline - per noi sarebbe una rovina sia per l’ambiente che per il traffico, con i camion che andranno a congestionare la viabilità sulla via del Mare e su viale dei Romagnoli». 
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Il Messaggero