La Regione Lazio precetterà tutti gli impianti del suo territorio per smaltire i rifiuti di Roma, ma al tempo stesso, «per motivi di urgente necessità di...
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«L'Ama non c'è»: il video-parodia sui rifiuti di Roma diventa virale
E dai quartieri parte la protesta: «Ora stop al pagamento della Tari»
È il risultato con cui questo pomeriggio è uscito dall'incontro con il ministro dell'Ambiente Sergio Costa l'assessore ai Rifiuti del Lazio Massimiliano Valeriani. Un'ora e mezza di vertice, in cui il ruolo del ministro sarebbe stato di mediazione. Di qua le istanze della sindaca Virginia Raggi, che evocando crisi «stabilite a tavolino» aveva chiesto solo ieri al governatore Nicola Zingaretti un'ordinanza che obbligasse gli impianti laziali a ricevere la spazzatura che la macchina romana stenta a far girare.
Di là la Regione, che individua piuttosto nella raccolta e del sistema di stoccaggio e trasferenza (cioè all'operato di Ama e del Comune) l'intoppo che finisce per riempire le strade - e i social - di cumuli di spazzatura. Dunque alla fine l'ordinanza arriverà, disporrà certo che «tutti gli impianti di trattamento dei rifiuti del Lazio garantiscano la massima operatività per accogliere i rifiuti prodotti dalla città di Roma» (ieri almeno tre avevano già dato disponibilità). Ma sarà anche piena di disposizioni puntuali, con un «preciso cronoprogramma di azioni» per ripulire le strade di Roma.
Sarà emanata ai sensi dell'articolo 191 del Testo unico ambientale, quello che norma i «poteri sostitutivi» che un governatore può esercitare «qualora si verifichino situazioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell'ambiente, e non si possa altrimenti provvedere», e con l'avallo del ministro d'area pentastellata («in collaborazione con il ministero», sottolinea la Regione). Gli uffici regionali la stanno scrivendo già in queste ore. Il mese su cui dovrebbero concentrarsi gli interventi potrebbe essere agosto, quando le ferie dei romani alleggeriscono la produzione di rifiuti cittadini.
L'urgenza però sono le aree di trasferenza, che vanno individuate il prima possibile: il 7 luglio, per cominciare, scadono infatti i 180 giorni di uso del sito di Ponte Malnome promessi dalla sindaca.
Il Messaggero