Mentre le criticità sul fronte della raccolta rifiuti di Roma si spostano dall'area est della città a quella più a nord, continua la corsa contro il...
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A innescare la crisi, che rischia di mandare in tilt sotto Natale il già fragile ciclo dei rifiuti della capitale, è stato
il maxi rogo che martedì scorso ha messo ko uno dei quattro impianti di trattamento cittadini. Il Tmb di via Salaria, ora inservibile, «gestiva un quarto dei rifiuti indifferenziati di Roma - ricorda Raggi -. Bisogna risolvere il problema. Si sta lavorando anche oggi per gestire le tonnellate che fino a poco tempo fa erano di fatto lavorate all'interno dell'impianto».
Sos dal municipio III, proprio quello del Salario: «Ci sono tanti problemi sulla raccolta della carta e della plastica e
sacchetti per strada in zona Talenti. La situazione purtroppo è destinata a peggiorare tra domani e dopodomani». Ed anche in altre zone della città i cassonetti sono stracolmi e i sacchetti finiscono in strada.
L'Ama nel frattempo indica per un periodo di massimo sei mesi Ponte Malnome, appunto nella zona di Malagrotta, come punto «di scarico e carico immediato» di rifiuti «su altri mezzi, che devono raggiungere velocemente gli impianti di trattamento di destinazione». La cosiddetta 'trasferenzà sarà consentita per un massimo di 300 tonnellate di rifiuti al giorno. «Ogni sera l'area sarà libera di rifiuti e completamente ripulita con lavaggi ad hoc. Non vi è quindi alcun motivo di preoccupazione», precisa la società. Che in tal modo vuol prevenire eventuali proteste degli abitanti della zona, dove già sono presenti altri impianti per rifiuti e che per decenni ha ospitato la mega discarica di Malagrotta ormai chiusa.
Anche il Campidoglio, che ha elaborato una memoria per individuare le aree di trasferenza in città, spiega che Ponte Malnome è stata «l'unica area di immediato utilizzo» trovata dopo la crisi innescata dal maxi rogo del Tmb Salario. Essa - rassicurano anche da Palazzo Senatorio - verrà usata «per un periodo comunque inderogabile di massimo 180 giorni. Entro 6 mesi Ama dovrà mettere in esercizio almeno un'area alternativa».
Presso il sito, che dovrebbe essere attivato la prossima settimana come soluzione si «obbliga Ama Spa a attivare un servizio di sorveglianza specifico». La memoria impegna anche l'azienda a mettere in esercizio, entro un anno, almeno un'area di scarico temporaneo per ciascuno dei quattro quadranti in cui è divisa operativamente la città, ed entro due anni a realizzare l'intero sistema integrato delle aree di trasferenza secondo bacini costituiti al massimo da 300.000 abitanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero