Rifiuti, caos nuovi siti: maxi-centro raccolta a Saxa Rubra La mappa

Rifiuti, caos nuovi siti: maxi-centro raccolta a Saxa Rubra La mappa
Da 100 a 300 tonnellate di rifiuti, ogni giorno, a Saxa Rubra. È la mossa che è pronta a giocare l'Ama in asse col Campidoglio per far sì che la Capitale...

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Da 100 a 300 tonnellate di rifiuti, ogni giorno, a Saxa Rubra. È la mossa che è pronta a giocare l'Ama in asse col Campidoglio per far sì che la Capitale regga l'impatto del rientro dalle vacanze di molti romani, quando la raccolta dell'immondizia rischia di precipitare di nuovo nelle secche della crisi ciclica che si trascina da mesi. Oltre agli accordi da stringere il prima possibile con discariche e inceneritori fuori Roma, in città tocca riorganizzare (anzi, organizzare) l'assetto dei centri di trasbordo del pattume, gli spiazzi dove i camion dei netturbini smistano l'immondizia, che viene caricata su altri mezzi diretti verso gli impianti di trattamento e smaltimento lungo lo Stivale.




Il Campidoglio, dopo una lunga indagine, il 31 luglio aveva stilato l'elenco di 7 nuovi siti, dislocati in sei municipi: Ponte Mammolo (IV Municipio), Piazzale Pino Pascali al Prenestino (V), un parcheggio in via Anagnina e un altro sito in via Schiavonetti (entrambi nel VII), poi ancora Tor de' Cenci (IX), Via Piolti De Bianchi a Torrevecchia (XIII), Via Vinci dietro all'ex manicomio di Santa Maria della Pietà, nel XIV.

L'Ama però, dopo aver partecipato alla fase di individuazione delle zone, ha fatto un'incredibile marcia indietro. Sostenendo che le aree appena scelte non fossero adatte, tutto annotato in un documento riservato del 6 agosto. La notizia, svelata ieri dal Messaggero, ha ovviamente fatto scattare l'allarme in Campidoglio, che ha chiesto alla sua municipalizzata di cambiare immediatamente rotta. La Direzione Rifiuti del Comune, alla fine, l'ha spuntata, la partecipata ha ceduto. Tanto è vero che una nota di Ama ieri ha fatto sapere che «è sua ferma intenzione rispettare la determina di Roma Capitale».

L'ennesima capriola, perché l'atto del 6 agosto diceva il contrario: per tutte e sette le aree venivano registrate «plurime criticità» talmente marcate da rendere «assai difficoltosa, complessa e onerosa l'attuazione del piano di trasbordo». Dopo la reazione del Campidoglio, Ama ha cambiato linea ancora. Proverà quindi ad allestire queste aree, anche se solo 2 potranno essere pienamente operative, perché sono le uniche che per dimensioni possono ospitare i nastri trasportatori, decisivi per velocizzare lo smistamento del pattume. Gli altri 5 siti, troppo piccoli, dovranno accontentarsi di pochi camion che trasborderanno i sacchetti direttamente da un mezzo all'altro.



Sarà decisivo, quindi, il sito di Saxa Rubra. Dove oggi vengono smistate circa 100 tonnellate al giorno, che saliranno però fino a 300 tonnellate. Fino a oggi a Saxa, vicino agli studi Rai, è stato allestito un piccolo centro temporaneo; ha iniziato a lavorare a fine luglio, in coincidenza con la graduale chiusura (mai terminata) del sito di Ponte Malnome. Ora invece lo spiazzo sarà adeguato per sopportare l'aumento dei camion. La prossima settimana è in programma un sopralluogo tecnico proprio per capire quali modifiche apportare.

I RESIDENTI

Chi abita nei paraggi segue la vicenda con apprensione. Dal Comitato Saxa Rubra confermano che, per rispetto delle istituzioni, rispetteranno per 180 giorni l'ordinanza del Comune, ma dopo si valuteranno anche le vie legali per bloccare un'eventuale proroga. «Anche perché - raccontano - con 300 tonnellate a settembre da trasferire qui salta la mobilità di un'arteria fondamentale di Roma. In ogni caso il nostro sacrificio non può continuare all'infinito: già abbiamo subito i miasmi e i fumi che provenivano dal Tmb della Salaria, dal quale soltanto il fiume ci divide». Netto anche Stefano Simonelli, presidente grillino del XV Municipio: «L'ordinanza dura 180 giorni. Poi non ci potranno essere deroghe. Io avevo detto di no al collocamento del sito qui. Eppoi, serve un tavolo con tutti i municipi per discutere di rifiuti».
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Il Messaggero