L’immondizia è arrivata, implacabile, anche davanti la sede del ministero dell’Ambiente di via Cristoforo Colombo. Lo scempio della mancata raccolta e le...
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LE PROTESTE
E ora facciamo un salto a Vigna Clara, in via di Vigna Stelluti. Le regole sono sempre le stesse durante l’ennesimo tour dell’immondizia: tapparsi il naso, fare attenzione a dove si mettono i piedi, evitare le ore più calde per non morire asfissiati a causa del cattivo odore. Anche la strada d’accesso al cuore della Camilluccia è invasa dai sacchetti dell’immondizia non raccolta. Il commento dei residenti è sempre lo stesso: «Mai vista una cosa del genere». La realtà a volte supera l’immaginazione. Ed è per questo che è bene toccare con mano l’emergenza, anzi inciampare con i piedi sull’immondizia. Molti romani realizzano dossier fotografici e video pubblicati sui social per sfatare il mantra dell’amministrazione Cinquestelle «a Roma non c’è alcuna emergenza rifiuti». «Questo è il mio percorso a zig zag per poter andare a trovare mia madre» commenta Nicoletta mentre pubblica su Facebook un video della “passeggiata” che parte da via Cassia, civico 1001. «Avevo tentato di camminare sull’altro marciapiede, ma era pieno di sacchetti - aggiunge - ho attraversato e ho trovato una situazione peggiore». San Lorenzo, Prati, Vigna Stelluti, la Cassia, poi ci sono oceani di sacchetti fuori i cassonetti stracolmi sulla Prenestina, sulla Collatina, a Centocelle, all’Alessandrino e su via Tiburtina.
LA “DEMOCRATICA” INVASIONE
L’emergenza rifiuti è “democratica”, arriva fin sotto il ministero dell’Ambiente, non risparmia il Centro, così come le periferie. Anche i quartieri Africano e Trieste, ad esempio, non sono indenni dalla “democratica invasione” dei rifiuti non raccolti mentre i romani continuano a pagare la Tari. C’è poi una storia che resta particolarmente in mente. Ci sono di mezzo Totò, una salsamenteria aperta dal 1956 in via Valle Vermiglio e un commerciante che corre veloce dietro gli operatori dei rifiuti: «Da mesi non passano a portare via l’immondizia - dice Fabrizio Micucci, 60 anni, della salsamenteria ritratta in una scena del film “Le motorizzate” con Totò - molti hanno messo dentro i secchioni dell’Ama: oggi ho rincorso un operatore che ha rilevato il codice del negozio ed è subito andato via, mi ha detto che ritirava cartoni, ma perché non è entrato a chiederli? Secondo il piano Ama oggi dovevano ritirare la plastica».
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Il Messaggero