Deve essere molto dura per chi nel Movimento 5 Stelle ha predicato per anni contro gli inceneritori constatare che Roma Capitale, insieme alla Regione, ha detto sì alla...
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IL RISCHIO
Da sapere: una delle due linee dell'inceneritore è di proprietà di Ep Sistemi (60 per cento Lazio Ambiente vale a dire Regione, 40 Ama vale a dire Roma Capitale). Opporsi al revamping, all'ammodernamento, secondo Diaco è impossibile perché il danno economico per l'amministrazione sarebbe ingente, 15 milioni di euro (ricorda la spiegazione che Pizzarotti diede sull'impianto di Parma): «La ricapitalizzazione della Ep Sistemi impone all'azionista di minoranza Ama di procedere con il rinnovamento dell'impianto, pena perdite finanziarie di una certa entità e ingenti somme da corrispondere a titolo di risarcimento dietro richiesta della Corte dei Conti». Per questo nel Movimento 5 Stelle se la prendono con l'ex amministratore unico di Ama, Antonella Giglio (scelta comunque da M5S), rea di avere detto sì sei mesi fa alla ricapitalizzazione dei Ep Sistemi che prevedeva il revamping. La Giglio ribatte: «Si fa sempre così, si accusano gli assenti. In realtà, io sono arrivata il 16 novembre in Ama, l'assemblea di Ep Sistemi in cui si prevedeva la ricapitalizzazione era il 13 dicembre. Quando giunse la proposta dell'amministratore di Ep, in cui Ama doveva versare 2,4 milioni di euro, ne parlai con l'allora assessore all'Ambiente, Paola Muraro. Mi spiegò che su una scelta di questo tipo era giusto seguire le indicazioni dell'assessore alle Partecipate, Massimo Colomban. E Colomban ci diede il via libera. Successivamente, la Muraro fu sostituita da Pinuccia Montanari, che mi disse di inviare una lettera a Ep per fermare il revamping. Secondo la Montanari si stava studiando un progetto differente di utilizzo dell'impianto. Così ho fatto, ma quel progetto non è mai arrivato». Lunedì, di fronte al rischio della liquidazione della società, si è riunita di nuovo l'assemblea di Ep Sistemi, e il nuovo presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, ha detto sì al revamping e dunque alla riaccensione dell'inceneritore a marzo. Massimo Colomban, contattato dal Messaggero, nega però di avere dato il via libera alla ricapitalizzazione a dicembre: «Non l'ho mai autorizzata, non sarebbe nemmeno stato in mio potere, visto che è una società di secondo livello». Pinuccia Montanari è tornata a parlare di una favolosa «fabbrica dei materiali» a Colleferro, ma ad oggi ciò che è scritto nero su bianco è che partono i lavori per riaccendere l'inceneritore. I comitati sono già sul piede di guerra. Il presidente della Rete per la Tutela della Valle del Sacco Alberto Valleriani: «Chiediamo alla Raggi di disconoscere in modo formale quanto sottoscritto dal presidente di Ama. Della politica non ci fidiamo più».
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Il Messaggero