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La situazione è talmente disperata che all'Ama è rimasto l'illusionismo: «Proviamo a far sparire i rifiuti nei camion, Ama come David Copperfield», scherza l'ad Stefano Zaghis. Poi si fa serio, perché c'è molto poco da ridere: nel quartier generale della municipalizzata è arrivata l'ennesima cattiva notizia. Anzi due: gli impianti appena trovati, fuori Roma, per tamponare l'emergenza nella Capitale sono già in crisi. Uno, a Viterbo, nella tarda serata di venerdì ha comunicato che si è guastato il trituratore di una delle due linee del Tmb.
Rifiuti, stop Toscana
Risultato: per la prossima settimana prenderanno 900 tonnellate in meno rispetto a quanto pattuito. Altra tegola: un impianto in Toscana ha fatto sapere di essere «saturo» e sempre la prossima settimana potrà trattare 300 tonnellate d'immondizia in meno. In totale, 1.200 tonnellate di spazzatura in eccesso che non si sa dove portare. Le alternative? Quasi inesistenti.
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RICERCA A VUOTO
L'Ama assicura di aver battuto tutte le strade praticabili, senza successo. E ha mandato l'ennesimo alert alla Prefettura e alla Regione Lazio. «Stiamo facendo l'impossibile per contenere i disagi - dice Zaghis - ma è difficile trovare altri sbocchi, perché in tutta Italia maggio-giugno è il periodo della manutenzione degli impianti e al massimo abbiamo trovato spazi per 120/200 tonnellate a settimana». Pochi se il gap da colmare è oltre quota mille. Che fare, allora? «Su strada non ci sono mille tonnellate - assicura il manager - ma una o due decine. Le mille tonnellate le facciamo sparire sui nostri compattatori, la notte e la mattina presto, e le conferiamo la sera successiva negli impianti». Un trucco. «Ama come David Copperfield».
La magia spesso non riesce, almeno a guardare le cartoline della monnezza che arrivano da ogni quadrante della città, dalla Balduina all'Alessandrino: pile di sacchetti che si affastellano accanto ai bidoni stracolmi. «A via Tiburtina, zona Settecamini, i netturbini non passano più», attaccano gli attivisti di Riprendiamoci Roma, allegando foto di undici secchioni semi-oscurati dal pattume montante. «In via di Acqua Bullicante facciamo il salto ad ostacoli», scrivono dal comitato di quartiere di Torpignattara.
Nubifragio a Roma, con i rifiuti galleggianti torna la disastrosa normalità
MANCANO IMPIANTI
L'ultima crisi dei rifiuti a Roma si è innescata il 1° aprile, quando ha chiuso la discarica di Roccasecca; quasi un colpo da kappaò per un sistema regionale estremamente fragile, soprattutto per la Capitale, che non ha mai rimpiazzato la discarica di Malagrotta, smobilitata 8 anni fa. Le altre province del Lazio sono sotto stress. «Le soluzioni alternative sin qui trovate non coprono il 100% del fabbisogno, ma circa il 90%», dicono i tecnici di Ama. A questo problema, a inizio maggio se n'è aggiunto un altro: fino al termine del 2021, un impianto di Pomezia ha ridotto la commessa con Roma, circa 420 tonnellate in meno a settimana di spazzatura. Un altro sito a Chieti ha tagliato la capacità di 600 tonnellate, anche se nei prossimi giorni dovrebbe riprendere a pieno ritmo. Poi, venerdì sera, l'uno-due, con lo stop arrivato prima da Viterbo e poi dalla Toscana. Un bel guaio. «Abbiamo già sondato tutti gli impianti d'Italia, quello che possono darci ce lo danno», dice Zaghis, che ha investito del problema il prefetto e la Pisana.
Il Messaggero