I carabinieri del colonnello Sergio De Caprio proseguono l'indagine sui rifiuti a Roma, tutt'altro che chiusa, concentrandosi soprattutto sui rapporti tra il gruppo...
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Cerroni dai pm. Mercoledì sarà davanti al Gip Massimo Battistini, che ne ha firmato l'arresto, 'il Supremo', Manlio Cerroni. L'imprenditore 87enne è accusato di aver promosso un'associazione a delinquere, anche con dirigenti della Regione, per conservare il monopolio della raccolta dell'immondizia a Roma. E realizzando guadagni miliardari. Il giorno prima, martedì, saranno sentiti dal giudice delle indagini preliminari il manager delle aziende di Cerroni e suo uomo di fiducia, Francesco Rando, e Giuseppe Sicignano, direttore della discarica di Albano Laziale. Mercoledì invece dovrebbe toccare a Bruno Landi, ex presidente della Regione Lazio e grande 'ambasciatorè di Cerroni nell'Ente. Giovedì infine il calendario degli interrogatori vedrà il dirigente della Regione Luca Fegatelli, l'altro funzionario pubblico Raniero De Filippis e Pietro Giovi, socio storico di Cerroni. Tutti e sette si trovano agli arresti domiciliari. Fegatelli in particolare, secondo l'ordinanza d'arresto, avrebbe tentato di inquinare le indagini del Nucleo operativo ecologico (Noe) carabinieri di Roma. Il dirigente della Regione fece bonificare da una società privata alcuni uffici del palazzo dell'Ente dove era state messe delle microspie. Inoltre avrebbe cercato di sapere se c'era un'inchiesta a suo carico a Velletri, rivolgendosi a un sindacalista che aveva conoscenze nella procura della cittadina romana. E che finì a sua volta indagato.
La posizione di Piero Marrazzo. L'ordinanza del Gip tira in ballo anche l'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, accusato di falso e abuso d'ufficio. Firmò nel 2008 l'ordinanza che permetteva a Cerroni di costruire un termovalorizzatore ad Albano Laziale, nonostante fossero già scaduti i suoi poteri di commissario all'emergenza rifiuti. «Vi era un'unità d'intenti tra la parte politica e quella imprenditoriale», cioè tra Marrazzo e Cerroni, scrive il Gip. L'ex governatore ha detto di aver sempre agito correttamente e di essere pronto a fornire tutti i chiarimenti richiesti.
Cerroni: Landi prima mio avversario poi con me. Bruno Landi era «politicamente avverso al mio concetto» quando faceva il presidente socialista della Regione Lazio, disse Manlio Cerroni in un interrogatorio il 29 ottobre 2012 con il procuratore aggiunto di Roma Roberto Cucchiari.
Monta la polemica politica. Intanto sta crescendo la polemica politica suscitata dall' arresto di Cerroni e dei suoi presunti complici. «C'era un monopolio che non consentiva un moderno ciclo dei rifiuti - ha detto l'ex presidente della Regione Renata Polverini -. I problemi sono iniziati quando tentai di spezzare quel monopolio». Secondo Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale, l'attuale governatore Nicola Zingaretti «è stato lasciato solo di fronte al 'cerronismo'» dopo aver deciso di far costituire la Regione parte civile nell'eventuale processo. Per Storace, anch'egli ex governatore del Lazio, il centrosinistra teme le possibili rivelazioni di Cerroni, ma ci sarebbero molti silenzi anche a destra. «Curiosità - osserva Storace - su questa vicenda non si legge una sola parola di Rutelli, Veltroni, Alemanno...». «Il 'cerronismo' l'abbiamo combattuto in modo concreto, alla luce del sole, senza ricorrere a doppi giochi, giri di parole o capriole retoriche: subito dopo l'insediamento abbiamo preso di petto la questione rifiuti e in pochi mesi siamo riusciti a chiudere la discarica di Malagrotta», gli ha risposto il capogruppo Pd alla Regione Marco Vincenzi, confermando il pieno appoggio alla decisione di Zingaretti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero