Doppia inchiesta su Ama, il futuro dell'azienda dei rifiuti è sempre più cupo. Indaga la procura sul pericolo di dissesto finanziario, indaga la Corte dei conti...
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IL CONTRATTO
In questo caso il raggio di azione è vasto: viene esaminato il contratto di servizio che regola il rapporto tra Roma Capitale e Ama, si vuole capire se sia stato rispettato e se sia stato fatto tutto il possibile per scongiurare l'emergenza di Natale. Non solo: c'è un altro filone d'inchiesta, sempre contabile, sullo sconto che Ama ha concesso ad Atac sull'ammontare della Tari che l'azienda dei trasporti doveva pagare: 105 milioni di euro.
MACIGNO
Ma il vero macigno che pesa sulla municipalizzata dei rifiuti è quello rappresentato dall'inchiesta sul possibile dissesto finanziario e sul lungo braccio di ferro tra il cda da una parte e Roma Capitale dall'altra, che di fatto sta paralizzando l'azienda, con un possibile danno anche ai creditori. La decisione di sentire Pinuccia Montanari dopo le dimissioni non stupisce, perché ora l'ex assessore può raccontare con più facilità cosa sia successo all'interno del Campidoglio e perché, dal 27 marzo 2018, giorno in cui il Cda approvò il bilancio consuntivo 2017, non sia stata trovata una soluzione. Undici mesi di agonia sono inspiegabili, con il collegio sindacale che in un primo tempo aveva dato parere favorevole al bilancio e poi, a fronte del mancato riconoscimento del debito di 18 milioni da parte di Roma Capitale (che è l'unico socio di Ama), aveva ritirato il sì. Nell'ultimo cda, Bagnacani ha voluto che un notaio fosse presente. Anche questo spiega quanto sia esplosiva questa storia e come l'intervento della procura fosse prevedibile.
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Il Messaggero