Rifiuti, camion Ama fermi negli impianti. La raccolta nel caos

Diventa sempre più concreto il rischio di una nuova emergenza rifiuti nella Capitale. I problemi con il Tmb di Aprilia, che sta limitando l'accesso dei camion da Roma,...

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Diventa sempre più concreto il rischio di una nuova emergenza rifiuti nella Capitale. I problemi con il Tmb di Aprilia, che sta limitando l'accesso dei camion da Roma, e con le altre Regioni che dovrebbero accogliere i rifiuti di Roma, si stanno ripercuotendo sugli altri impianti di trattamento. A partire da Rocca Cencia, che ieri ha vissuto una giornata di caos con decine di compattatori, sia dell'Ama sia dei delle ditte private che lavorano per conto della municipalizzata, fermi in fila per scaricare. All'ora di pranzo, in fila c'erano una cinquantina di mezzi che per scaricare i rifiuti hanno atteso fino a 5 ore. Le macchine madri, inoltre, hanno bloccato anche lo sversamento da parte dei camioncini, i cosiddetti squaletti.


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IL GUASTO
A complicare la situazione, è stato un guasto del nastro trasportatore della tritovagliatura, che se tutto va bene tornerà in funzione nella giornata di oggi. Chi non è riuscito a scaricare, è stato dirottato sull'adiacente impianto privato del Gruppo Porcarelli, che però, non avendo ancora perfezionato con l'Ama l'accordo per avere maggiore flessibilità nella ricezione dei rifiuti, li ha rimandati indietro nelle rimesse, come quella del Salario, ancora a pieno carico. «Il risultato è che nel pomeriggio è saltata buona parte dei giri di raccolta dai cassonetti, oltre al danno economico provocato dai viaggi a vuoto dei camion. E non sono cifre indifferenti considerato che si tratta di mezzi che fanno al massimo 2 km con un litro di carburante», sottolineano i rappresentanti di Lila, il Laboratorio di idee dei lavoratori dell'Ama. La situazione è al limite.



L'ALLARME
Lo ammettono anche dall'Ama, dove si parla apertamente di «massimo allarme». I vertici, fanno sapere dal quartier generale di via Calderon de la Barca, hanno lanciato l'allerta tutti i livelli istituzionali. «Se i privati riducono le quantità di rifiuti accolte - spiega l'azienda - rimane solo Rocca Cencia, che siamo costretti a far lavorare oltre le sue capacità per evitare che l'immondizia trabocchi dai cassonetti e resti sulle strade». Questo significa che non è materialmente possibile fare adeguata manutenzione all'impianto di Rocca Cencia, dove i lavori vengono effettuati «solo nei ritagli di tempo». E il rischio di guasti, come quello di ieri, è all'ordine del giorno, con tutte le conseguenze del caso.

I LAVORATORI

Il problema è che tutto il sistema si regge su un fragilissimo equilibrio, legato alla disponibilità dei privati e delle altre Regioni a trattare i rifiuti di Roma. Un sistema che molti lavoratori contestano radicalmente. «Così non funzionerà mai bene - dicono ancora dal Lila - I rifiuti vanno ridotti a monte, non a valle della raccolta. L'unica soluzione sono le micro isole ecologiche, con operatori sul posto che controllino i materiali scaricati dai cittadini. Sparirebbero d'incanto cassonetti, discariche e impianti di trattamento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero