Un mezzo di trasporto antico come il mulo, adattato all’esigenza più contemporanea come lo è la raccolta differenziata dei rifiuti: ad Artena il binomio ha...
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Il dedalo di stradine, che diventano gradinate e poi tornano ad essere viuzze tra una casa e l’altra, ogni mattina vengono percorse da Vespa, Mora, Pastora, Mela o qualcun altro dei 16 muli di proprietà di Emilio Bucci. Lui, mulattiere da generazioni, lascerà al figlio Francesco l’azienda di famiglia che ha ereditato dal padre. Un’azienda nata come ditta di trasporto dato che qualsiasi merce per arrivare nel centro di Artena deve essere portata a spalle o, a dorso di mulo. Cambiare un frigorifero o un mobile della cucina, oppure trasportare materiale per ristrutturare casa, necessita di muli e quelli dei Bucci sono gli unici ancora in attività. Quando si è trattato quindi di attivare la raccolta differenziata nel centro storico, l’unica ditta che ha potuto rispondere alla gara d’appalto per l’affidamento del servizio è stata quella.
«Comincio la mattina alle 7 dalla parte più alta del paese e finisco il giro dopo aver percorso circa sei chilometri, verso le 11.30 circa», spiega l’operatore ecologico alla guida dei muli. La raccolta differenziata è partita in centro in forma sperimentale quattro anni fa, poi quando si è estesa l’anno scorso anche alla parte bassa, dove però per la raccolta vengono usati i mezzi meccanici, la quota di rifiuto riciclato è salita all’86%. Un risultato enorme e inimmaginabile a pochi chilometri da Roma dove quella delle immondizie assume spesso i contorni dell’emergenza. Una caratteristica che ha fatto arrivare nel piccolo comune alcune troupe televisive di canali europei. A intervistare i Bucci e a filmare i suoi muli carichi di sacchi sono arrivati giornalisti e telecamere anche dalla Svizzera. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero