Roma, si rifiutò di pagargli da bere e venne picchiato a sangue dentro un bar: tre arresti

Nel corso della notte, i carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre...

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Nel corso della notte, i carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone, due cittadini romeni e un cittadino albanese, di età compresa tra i 34 e i 38 anni, ritenuti responsabili di rapina e lesioni personali aggravate.


Le indagini sono partite a seguito della denuncia sporta da un cittadino romeno di 40 anni, che nel mese di settembre, era stato vittima di una violenta aggressione a scopo di rapina, mentre si trovava all'interno di un bar in zona Rocca Cencia. L'uomo era stato avvicinato dai due connazionali e da un albanese che, prepotentemente, avevano preteso pagasse loro da bere e condividesse i suoi soldi per giocare tutti insieme alle slot machine. Il suo rifiuto aveva provocato la violenta reazione dell'albanese che gli si era scagliato contro, sbattendolo contro una slot e sferrandogli violenti calci alla schiena e pugni al volto, sino a lasciarlo tramortito a terra in una pozza di sangue, mentre gli altri due lo rapinavano del portafogli, facendo perdere le proprie tracce tutti insieme subito dopo. 

La vittima, soccorsa e trasportata con 118 presso il Policlinico di Tor Vergata, era stata riscontrata affetta da numerose fratture al volto, sottoposta ad intervento chirurgico maxillo-facciale e poi dimessa con prognosi di trenta giorni. Le indagini, avviate immediatamente dai Carabinieri, hanno consentito di ricostruire l'evento ed identificarne gli autori attraverso l'analisi dei filmati estrapolati dall'impianto di videosorveglianza del locale e l'individuazione fotografica effettuata da vari testimoni che avevano assistito al violento episodio. Gli arrestati sono stati tutti accompagnati presso il Carcere di Regina Coeli, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
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Il Messaggero