Roma, Riccardi: siamo al si salvi chi può

Roma, Riccardi: siamo al si salvi chi può
A Roma siamo al «si salvi chi può, una condizione psicologica a tutti i livelli» secondo il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi,...

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A Roma siamo al «si salvi chi può, una condizione psicologica a tutti i livelli» secondo il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, ed «è morto il senso di un comune destino urbano, dell'essere romani». Il professore di storia, leader di una delle maggiori organizzazioni sociali e solidali, intervenendo a un dibattito sulla capitale al Tempio di Adriano organizzato dall'associazione "Roma Bella" di Roberto Giachettia ha affermato che «la politica e le istituzioni non riescono a contenere Roma e sono schiacciate sull'emergenza, non riescono più a dare un futuro a Roma». Riccardi ha detto che la Costituente per Roma proposta oggi fu pensata già da Sant'Egidio alla fine degli anni '80.


«Dall'Unità d'Italia non c'è mai stata una stagione così povera e spoglia di idee - secondo Riccardi - la città è senza
reti sociali, ci sono 18 mila "barboni", un milione di persone su 2,8 milioni vive fuori del Raccordo anulare in quartieri senza tessuto sociale. Il 22-23% della popolazione é formato da anziani, ma Roma non é fatta per loro». La risposta per Riccardi è «convocare le intelligenze e le energie per riflettere su Roma» e «rivolgersi e investire nelle periferie», fulcro di una «enorme città dolente e rassegnata».


«Non siamo qui per fare le scarpe all'attuale amministrazione di Roma, ammesso che le abbia e che si renda conto che non gliele vogliamo fare...», ha detto ancora il fondatore della Comunità di Sant'Egidio. L'amministrazione di Virginia Raggi non era presente all'incontro, la sindaca M5S ha fatto sapere di avere impegni istituzionali, come ha riferito il vice presidente della Camera. Riccardi nel corso del dibattito ha ironizzato pure sul ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, anch'egli al tavolo dei relatori, che aveva lamentato tra le altre cose «le macchine in terza fila» come simbolo del caos della capitale. «Roma non è Reggio Emilia (città di cui Delrio è stato sindaco, ndr)», ha detto Riccardi, ricordando come il ministro sia stato da tempo «accolto e integrato» nella capitale. «L'auto in terza fila é figlia della cultura dell'abusivismo - ha aggiunto - che é diventata la mentalità del "si salvi chi può"». 

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Il Messaggero