Rieccolo. Renato Marra ci riprova: ha presentato domanda, tramite interpello, per andare a dirigere il dipartimento Turismo del Campidoglio. Una nomina arrivata lo scorso...
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LA STORIA
Bisogna ritornare a novembre e riavvolgere i fili della vicenda: l'allora contestato braccio destro della sindaca, Raffaele Marra, è il capo del Personale del Campidoglio. Muove i fili di tutta la macchina amministrativa. E' fine mese quando chiude una procedura di interpello per i dirigenti comunali. Secondo la macrostruttura capitolina che ha appena varato, il dipartimento turismo è stato staccato da quello della cultura ed è finito sotto le competenze del commercio, quindi dell'assessore Adriano Meloni. C'è una postazione libera. Si cerca un direttore. E qui entra in scena Renato Marra, il fratello più grande di Raffaele, all'epoca dirigente di un nucleo anti abusivismo dei vigili, premiato anche dal commissario Francesco Paolo Tronca. Si fa avanti, presenta domanda e ottiene la direzione. Che gli porta una serie di critiche interne al M5S, un aumento di stipendio da 20mila euro l'anno, ma è l'inizio di tutto.
I sindacati interni, a colpi di esposti, iniziano a contestare la nomina: secondo il regolamento non è permesso a un dirigente di promuovere o trasferire un familiare. Arriva l'Anticorruzione di Raffaele Cantone e chiede i documenti della pratica. Prima inchiesta: la sindaca Raggi si difende spiegando che ha agito in totale autonomia da Raffaele Marra il cui ruolo, scriverà in un atto ufficiale, «è stato di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali, peraltro affidate in via esclusiva dalla normativa vigente». La Procura sostiene il contrario ed ecco perché la sindaca è indagata per falso. A dicembre arriva l'arresto di Raffaele Marra, per una vicenda del 2013, ma sul tavolo c'è ancora questa promozione al fratello da subito contestata. Tanto che a gennaio il Campidoglio ci ripensa e annulla tutto. Marra senior viene spostato dal Turismo a un gruppo della polizia locale. Intanto la casella in Comune rimane libera per mesi. Al punto che rientra nel nuovo interpello: i dirigenti interessati se vogliono possono farsi avanti. E Renato non si è fatto pregare due volte. Per principio, vendetta o chissà perché.
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Il Messaggero