Roma, sorpreso a calarsi con una corda dal muro di cinta: fallisce l'evasione da Regina Coeli

Roma, sorpreso a calarsi con una corda dal muro di cinta: fallisce l'evasione da Regina Coeli
Ce l'aveva quasi fatta. Aveva realizzato una corda di lenzuoli e come in un film stava per scavalcare il muro di cinta e guadagnare la libertà. Invece il tentativo di...

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Ce l'aveva quasi fatta. Aveva realizzato una corda di lenzuoli e come in un film stava per scavalcare il muro di cinta e guadagnare la libertà. Invece il tentativo di evasione dal carcere romano di Regina Coeli da parte di Michele G., 30 anni, detenuto per reati di droga e sottoposto a regime "di rischio", è fallito clamorosamente sotto lo sguardo allibito di un poliziotto della penitenziaria che ha assistito alla scena.

A raccontare quanto avvenuto è il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria per voce del suo segretario generale Donato Capece. “E’ stato davvero rocambolesco il tentativo di fuga messo in atto da un detenuto del Centro Clinico - spiega - sventato solo grazie al provvidenziale intervento di un poliziotto che, passando nell’intercinta del carcere, lo ha notato mentre si arrampicava dal cortile passeggi sul muro di cinta che affaccia su via delle Mantellate con una corda rudimentale,  che doveva evidentemente servire per calarsi dal muro di cinta verso la strada per poi darsi alla fuga. Il personale di polizia penitenziaria,  immediatamente allertato dall’Assistente Capo, subito si è recato all’esterno dell’istituto per mettere in sicurezza il tratto di strada interessato e bloccare le possibili vie di fuga. Il detenuto, vistosi scoperto, si è lasciato cadere all’interno dell’intercinta, dove erano posizionati altri agenti che hanno fatto intervenire immediatamente anche il personale medico.  Ancora una volta il personale di polizia penitenziaria di Regina Coeli, ha dimostrato, nonostante le condizioni disagiate in cui si trova ad operare, un grandissimo e non comune senso del dovere e spirito di appartenenza al Corpo. Tra gli agenti ci si domanda però fino a quando quel pizzico di fortuna che è servita anche oggi, insieme all’acume del collega  per sventare l’evasione, continuerà ad assistere questo sventurato carcere”. 


Il Sappe evidenzia che nei primi sei mesi del 2022 si sono verificate 10 evasioni da istituti penitenziari, altre 9 da detenuti erano stati ammessi a lavoro all’esterno e 13 dopo avere fruito di permessi premio. Capece torna a sottolineare le criticità delle carceri italiane: “Un grande plauso va ai poliziotti di Regina Coeli, in particolare all’Assistente Capo che ha scoperto il tentativo dell’uomo, subito fermato. Nei 200 penitenziari del Paese l’affollamento nelle celle resta significativamente alto rispetto ai posti letto reali, quelli davvero disponibili, non quelli che teoricamente si potrebbero rendere disponibili. Un problema è la mancanza di lavoro, che fa stare nell’apatia i detenuti. Un altro è l’assenza di provvedimenti concreti verso chi infrange le regole all’interno dei penitenziari. Ma va evidenziato anche che l’organico di Polizia Penitenziaria è sotto di 7mila unità e che il carcere non può continuare con l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi”. Il Sappe si appella, dunque, al nuovo Ministro della Giustizia che verrà perchè si intervenga sulla "grave situazione delle carceri italiane”.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero