Red carpet per malati d'amore

Folla di amici e vip all'Ambra Jovinelli per la prima della coppia Timi-Mascino

Da sinistra, Caterina De Angelis con la mamma Margherita Buy
Parata di star per un debutto d’autore. A due passi dalle monumentali arcate dell’Acquedotto Claudio, volti del piccolo e grande schermo attendono che il sipario si...

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Parata di star per un debutto d’autore. A due passi dalle monumentali arcate dell’Acquedotto Claudio, volti del piccolo e grande schermo attendono che il sipario si alzi su un particolare script. All’Ambra Jovinelli tutto è pronto per lo spettacolo interpretato da Lucia Mascino e Filippo Timi, “Promenade de santé – passeggiata di salute”, di Nicolas Bedos, diretto dal regista cinematografico Giuseppe Piccioni, alla sua prima regia teatrale. Qualcuno si ferma al bar dello stabile per un aperitivo prima dello show. Qualcun altro fa una pausa di gusto nel vicino locale di via Guglielmo Pepe. Ed inizia lo struscio d’eccezione. Arriva la montatrice cinematografica Francesca Calvelli, fresca di David di Donatello 2023 per “Esterno Notte”, in compagnia di Elena Bellocchio: figlia del grande cineasta Marco, regista del titolo vincitore anche come miglior regia.

 

Sfilano la classe dell’eterea Margherita Buy con la bella figlia Caterina, la grinta di Luigi Lo Cascio e il genio del regista Fabio D’Innocenzo, sempre originale. Si riconoscono lo sceneggiatore Roan Johnson, Giampaolo e Rossana Letta e il volitivo Pietro Sermonti. Attesi fino a tardi Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli, che però sono sul set. Poi buio in sala. In scena una storia d’amore: l’uno narcisista, ossessivo, l’altra psicotica, paranoica, schizofrenica. Entrambi malati e a caccia loro malgrado, di eros e amore. Duettano per scavare nelle debolezze e paure danzando un “passo a due” di una verità penetrante e di una vitalità travolgente. Applausi e congratulazioni, nei camerini, con il cast. Bedos, con profondità, si commenta a fine spettacolo nel foyer, ha scritto una storia sentimentale attuale ed avvincente sulla follia e sull’amore in un modo illuminato. «Ho scelto questa opera – dice il regista - perché è un testo complesso. Abbastanza aperto per poterne proporre una rappresentazione personale e l’ideale per un regista come me che ama lavorare con gli attori. E’ un sollievo studiare con Lucia e Filippo, sempre pronti a rischiare qualcosa per cercare, sulla scena, un momento di verità». Poi tutti a cena per brindare all’arte.

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Il Messaggero