Stop al turnover del personale (quindi alle nuove assunzioni) e niente nuovi investimenti, ma non solo: adesso a rischiare lo stop sono gli stessi mezzi utilizzati quotidianamente...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I dubbi riguardano la tenuta finanziaria dell’Ama, in un momento di gravi incertezze sui conti aziendali. Il 28 febbraio scade l’ultimatum delle banche per le linee di credito aperte con la municipalizzata, senza le quali è tecnicamente possibile - anche se l’ipotesi è seccamente smentita dal Comune - che qualche creditore possa avanzare istanza di fallimento, aprendo le porte a una procedura di concordato preventivo stile-Atac. Una possibilità paventata dalla stessa Giuseppina Montanari, ormai ex assessore capitolino all’ambiente, dopo aver presentato le dimissioni: «Ora Ama rischia di andare verso il fallimento o il concordato». Anche la semplice ipotesi, però, porta con sé una serie di ricadute pratiche.
Di fronte a una possibilità del genere, anche solamente teorica, le aziende dell’indotto potrebbero bloccare le forniture, mettendo così a rischio, per esempio, l’approvvigionamento di carburante, pneumatici, pezzi di ricambio, attrezzi di ogni tipo. Un problema non sa poco, visto che lo stop agli investimenti impedirà di acquistare nuovi mezzi, lasciando in giro un parco macchine sempre più vecchio e bisognoso di manutenzione, con camion che girano per la Città eterna dall’alto di anzianità di onorato servizio che arrivano fino a 18 anni.
Altro fronte delicato è quello dei contratti per “esportare” fuori Roma i rifiuti della Capitale. Una procedura costosa ma sempre più necessaria visto che, oltre alla scarsa volontà dell’amministrazione capitolina di realizzare nuovi impianti nell’Urbe, lo stop al bilancio rende al momento impossibile mettere in cantiere anche quelli, tutti rivolti alla raccolta differenziata, inseriti nel piano industriale dell’Ama. A breve, però, scadranno alcuni contratti con impianti del Lazio, in provincia di Frosinone e Latina. Di fronte una municipalizzata con i conti a rischio, i gestori privati potrebbero decidere di non continuare la collaborazione, o di chiedere compensi più alti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero