Rebibbia, sequestrati punteruoli e seghetti nelle celle

Rebibbia, sequestrati punteruoli e seghetti nelle celle
Un blitz notturno tra le celle dei detenuti, e un bilancio che rischia di mettere nei guai il personale in servizio nel carcere di Rebibbia. Dopo l'evasione dei tre reclusi...

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Un blitz notturno tra le celle dei detenuti, e un bilancio che rischia di mettere nei guai il personale in servizio nel carcere di Rebibbia. Dopo l'evasione dei tre reclusi albanesi che sono riusciti a segare le sbarre della loro cella con una lama e a calarsi di sotto con delle lenzuola annodate, nella casa circondariale romana è scattato l'allarme sicurezza. Ieri notte il Nuovo complesso R.Cinotti è stato passato al setaccio dal 620 unità di polizia penitenziaria provenienti da diversi istituti, dal Gruppo operativo mobile e dalle unità cinofile. La maxi perquisizione è iniziata alle 3 e si è conclusa alle 7 del mattino. Molti detenuti sono stati trovati in possesso di oggetti non autorizzati, come attrezzi da lavoro, seghetti e punteruoli. Il materiale, nascosto in punti strategici e nelle brande, è stato sequestrato. Durante l'operazione erano presenti il capo del Dipartimento Santi Consolo, il Provveditore del Lazio Cinzia Calandrino, la direttrice e il Comandante dell'istituto Rosella Santoro e Massimo Cardilli. Attualmente, nel Complesso si contano 1.367 reclusi, mentre i posti regolamentari sarebbero solo 1.175. La lista completa delle anomalie verrà trasmessa al più presto in Procura, dove il procuratore aggiunto Michele Prestipino e la pm Nadia Plastina indagano sulla clamorosa evasione avvenuta il 26 ottobre.


LE ANOMALIE

Il personale del carcere è sotto la lente degli inquirenti. I magistrati sospettano infatti che qualche agente possa aver favorito i detenuti, permettendo loro di sottrarre utensili utili alla fuga, o comunque pericolosi. Dalla perquisizione di ieri è arrivata una prima conferma: il sistema di sicurezza della casa circondariale sembra fare acqua da tutte le parti. Potrebbe anche essere stata messa in atto un'azione di sabotaggio. Si sospetta che alcuni agenti abbiano ignorato le irregolarità, chiudendo un occhio forse in cambio di un tornaconto personale. Anche nel caso dei tre evasi le anomalie sono parecchie. I detenuti sono infatti fuggiti alle 3 di notte ma l'allarme è stato dato solo alle 6. Esisterebbe addirittura una registrazione che immortala gli stranieri allontanarsi dall'istituto, ma il personale in servizio ha detto di non aver notato movimenti sospetti. L'ipotesi che i detenuti possano aver avuto appoggi interni era già stata presa in considerazione nei mesi scorsi dalla pm Silvia Sereni, che indagava su un'altra evasione avvenuta con le stesse modalità: due romeni erano scappati il 14 febbraio segando le sbarre di un locale.

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Il Messaggero