Una donna in fuga e tre alias, tre nomi per mimetizzarsi. Spregiudicata, dicono bella, gitana di nome e di fatto. In attesa che le assegnassero il numero di cella, ha approfittato...
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Subito sono scattate le ricerche di polizia e carabinieri ma finora della donna non si hanno tracce. Sembrerebbe che una telecamera l'abbia ripresa mentre saliva su una macchina. Bogdanova Petjia Dinkova, nata il 23 marzo 85, (questo l'ultimo nome con cui stava per esser registrata), è stata prelevata alle 12 all'aeroporto di Fiumicino dalla Polaria e scortata in carcere. Una volta in sala d'attesa davanti all'ufficio Matricola di Rebibbia per registrarsi è sfuggita all'attenzione del personale, si è affacciata sull'uscio della porta e si è mischiata tra visitatori e due detenute in uscita, e con loro si è dileguata. La bulgara era in carcere per furto, truffa e rapina, doveva scontare due anni di reclusione.
Bogdanova Petjia era evasa già nel 2008 dagli arresti domiciliari a Venezia. Gli altri alias con cui è conosciuta dalle forze dell'ordine sono Stancheva Gina Evegeniva nata a Silven (Bulgaria) il 29/09/1982 e come Pitanova Penka Vasileva nata l'11/05/1987. È stata estradata dalla Germania, condannata con pena residua di 4 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione per furto aggravato in concorso. Mentre le forze dell'ordine setacciavano il territorio i vertici del carcere si sono riuniti a oltranza, è stata aperta un'inchiesta interna.
L'ALLARME
«Nei primi sei mesi del 2017 si sono verificate nelle carceri italiane, 6 evasioni da istituti penitenziari, 17 da permessi premio e di necessità, 11 da lavoro all'esterno, 11 da semilibertà e 21 mancati rientri di internati» segnala Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sappe. E il segretario generale Donato Capece: «Sicurezza interna annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall'aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento». Anche per il segretario generale aggiunto Cisl Fns Massimo Costantino «i poliziotti penitenziari sono allo stremo, occorre più organico e migliori condizioni di lavoro». Intanto «continua a crescere il sovraffollamento che è di 1.077 detenuti considerato che 6.333 risultano i detenuti nei 14 Istituti del Lazio, rispetto a una capienza di 5.256. Preoccupa il sovraffollamento a Regina Coeli (+345), NC Rebibbia (+ 243); Viterbo (+179) Rieti( +176); Velletri (+159); Cassino (+118); CCF Rebibbia (+87); Civitavecchia (+64); Frosinone (+58); Latina (+ 58)».
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Il Messaggero