Rapinano Rolex: bloccati dalla polizia dopo inseguimento e sparatoria

Rapinano Rolex: bloccati dalla polizia dopo inseguimento e sparatoria
Scene da film poliziesco questa mattina a Ponte di Nona, a due passi dal centro commerciale Roma Est. Un’auto civetta della squadra mobile ha inseguito per venti chilometri...

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Scene da film poliziesco questa mattina a Ponte di Nona, a due passi dal centro commerciale Roma Est. Un’auto civetta della squadra mobile ha inseguito per venti chilometri due rapinatori di Rolex che stavano fuggendo a bordo di una Punto grigia dopo l’ennesimo colpo, effettuato in via Ciaffi, zona Grotta Perfetta. I due fuggitivi, entrambi napoletani di 26 e 27 anni, hanno abbandonato l’auto e iniziato la fuga a piedi sotto lo sguardo sbalordito dei residenti. Scatta l’inseguimento, durante il quale sono stati esplosi anche alcuni colpi di pistola in aria, ma i banditi per niente intimoriti hanno proseguito la loro fuga fino a quando un’altra auto della polizia non li ha bloccati. Le zone colpite dai due pregiudicati del quartiere “Sanità” erano prevalentemente le zone dell'Eur, Marconi e Tor Carbone. Il personale dei Falchi della Squadra Mobile, da qualche tempo, era sulle tracce dei due pericolosi rapinatori che avevano, tra gli obiettivi preferiti, proprio le donne.




LA RICOSTRUZIONE

È successo intorno alle 11.20 in via Antonio Capetti, quando una donna esce di casa per andare a buttare la spazzatura. Nel frattempo viene bloccata da una persona a bordo di un’autovettura che le strappa il Rolex che aveva al polso. Una pattuglia dei falchi era in zona e interviene. Ne scaturisce appunto un inseguimento conclusosi al casello Roma Sud. «Abbiamo iniziato a sentire le sirene e la gente che urlava - raccontano alcuni testimoni - poi quei colpi di pistola. Non riuscivamo a capire cosa stesse accadendo». Sulla strada ci sono diverse attività commerciali: «Molte persone si sono rifugiate nel bar, nella pizzeria - raccontano alcuni clienti - c’era un fuggi fuggi generale. Lo spavento è stato davvero tanto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero