Medico ridotto in fin di vita all'Esquilino in una rapina, arrestato un 21enne: conosceva la vittima

Medico ridotto in fin di vita all'Esquilino in una rapina, arrestato un 21enne: conosceva la vittima
Un tentato omicidio efferato. L’aggressore, come una belva, ha colpito la vittima a calci e pugni fino a ridurla quasi in fin di vita. Dopo sei mesi d’indagini, la squadra...

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Un tentato omicidio efferato. L’aggressore, come una belva, ha colpito la vittima a calci e pugni fino a ridurla quasi in fin di vita. Dopo sei mesi d’indagini, la squadra mobile diretta da Luigi Silipo, ha dato un volto all’autore della feroce aggressione, avvenuta il 10 febbraio dello scorso anno all’Esquilino, nei confronti del professore universitario Alberto Paris, 64 anni. A finire in manette Vasilez Branca, un romeno di 21 anni, con precedenti penali, che ora è rinchiuso nel carcere di Rebibbia con la pesante accusa di tentato omicidio a scopo di rapina. Per lui è scattata un’ordinanza di custodia cautelare da parte della Procura di Roma.




Sono stati gli agenti della sezione Omicidi, diretti da Andrea Di Giannantonio, a lavorare all’inchiesta fino a risolverla. Un lavoro lungo che, ad un certo punto, ha rischiato di arenarsi. Infatti, il ricercato, subito dopo il tentato omicidio, è fuggito da Roma.



Era la sera del 10 febbraio, quando un amico del professore universitario, dopo avergli telefonato più volte senza avere risposta, andò nella sua abitazione all’Esquilino. L’amico trovò la porta d’ingresso aperta. Entrò ed in una stanza trovò il docente sanguinante che respirava a fatica. Portato all’ospedale San Giovanni fu ricoverato in prognosi riservata. La casa era completamente a soqquadro e il criminale ha agito a scopo di rapina. Un feroce pestaggio solo per un cellulare, un pc e pochi soldi in contanti. Gli investigatori hanno accertato che il professore aveva conosciuto il romeno e che lo straniero si era recato nella sua abitazione con il consenso del proprietario di casa. Ecco che è stata svolta l’analisi dei cellulari che hanno indicato una pista precisa: il romeno frequentava l’ambiente della stazione Termini. Passo dopo passo gli uomini della Mobile l’hanno rintracciato in un casolare a Cinecittà fino a mettergli le manette ai polsi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero