Ranieri Adami Piccolomini, il "Conte nero" arrestato a Roma: chi è il pronipote di Papa Pio II, ha aggredito i militari a Trastevere

Nel 1996 fu arrestato e poi scagionato per l'omicidio di Paolo Segatori, 22enne viterbese assassinato con venti coltellate

Ranieri Adami Piccolomini, il "Conte nero" arrestato a Roma: chi è il pronipote di Papa Pio II, ha aggredito i militari a Trastevere
Prima le minacce: «Datemi le pistole o vi ammazzo». Poi la violenta aggressione in cui ha cercato di disarmare i carabinieri che erano in servizio nella piazza: ancora...

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Prima le minacce: «Datemi le pistole o vi ammazzo». Poi la violenta aggressione in cui ha cercato di disarmare i carabinieri che erano in servizio nella piazza: ancora una notte brava per Ranieri Adami Piccolomini, 50enne e discendente diretto di Papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini. Nel 1996 si era guadagnato il soprannome di "Conte Nero", quando fu arrestato per l'omicidio di Paolo Segatori, 22enne viterbese assassinato con venti coltellate. Dopo 23 giorni di carcere fu poi scagionato in seguito alla confessione del colpevole. Ma per il rampollo era solo l'inizio, un passato difficile per il nobile che negli anni è stato infatti protagonista di aggressioni e violente liti.

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L'AGGRESSIONE

L'ultima, appunto, venerdì notte a piazza di Santa Maria in Trastevere, quando intorno alle 23 si è avvicinato alla camionetta dell'esercito che stazione nella piazza nell'ambito dell'operazione "strade sicure". In un raptus si è scagliato contro i militari puntando alle loro armi di ordinanza per poi fuggire a piedi: «Datemi le pistole o vi ammazzo», ha gridato per poi darsi alla fuga. Una volta scattato l'allarme, sono intervenuti i carabinieri del Nucleo radiomobile che hanno rintracciato il Conte Nero poco distante da piazza Santa Maria Liberatrice. Piccolomini è stato quindi denunciato per minaccia a pubblico ufficiale. Ma è solo l'ultimo di una lunga serie di episodi del Conte Nero: nel giugno del 2021, il 50enne era stato fermato a Ponte Sisto armato armato di una pistola Beretta modello 950B, con tre caricatori contenenti sette proiettili calibro 6.35, infilata nella cinta dei pantaloni.

IL FURTO

Come poi accertarono le indagini, l'arma e le munizioni erano state sottratte poche ore prima dalla collezione dell'anziano padre. A denunciare il furto era stata la sorella del Conte Nero, allarmata della sparizione dell'arma.
Quando i militari lo intercettarono, alla domanda sull'arma che portava in bella vista, il nobile aveva risposto: «Sono della Navy Seals». Per Piccolomini era quindi scattato l'arresto con l'accusa di furto e porto abusivo di arma da fuoco.
Ancora: nel 2011 - il 27 novembre- finito agli arresti domiciliari per maltrattamenti in famiglia, era evaso allontanandosi dalla casa di famiglia. Pure in quel caso, erano stati i carabinieri a rintracciarlo e a trasferirlo di nuovo in carcere.
Una discesa per il rampollo: una manciata di mesi dopo era rimasto coinvolto in una maxi rissa. Aveva picchiato a sangue un cittadino del Bangladesh in piazza dei Crociferi, pochi giorni dopo essere stato denunciato per aver aggredito in vicolo del Cinque altri tre cittadini bengalesi di età compresa tra i 16 e i 41 anni.

L'EPILOGO

Ancora in manette, con l'accusa di tentato omicidio, nel 2013 quando la notte dell'Immacolata il Conte Nero aveva ferito con alcune stelle ninja un pensionato di 75 anni che stava camminando per le strade di Trastevere.

L'anziano, colpito al collo fu trasportato in condizioni disperate all'ospedale Fatebene Fratelli e sopravvisse per miracolo. Mentre per Piccolomini si erano riaperte le porte del carcere. Per quest'aggressione fu poi condannato a tre anni e due mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero