Raggi snobba Malagò e va in trattoria: dagli onori a Pallotta allo sprezzo sui Giochi

Raggi snobba Malagò e va in trattoria: dagli onori a Pallotta allo sprezzo sui Giochi
Il sindaco Raggi, nel suo sgarbo che non è solo istituzionale ma è anche rivolto in generale contro la città di Roma e contro la Capitale d'Italia, ha...

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Il sindaco Raggi, nel suo sgarbo che non è solo istituzionale ma è anche rivolto in generale contro la città di Roma e contro la Capitale d'Italia, ha rifiutato di parlare con Giovanni Malagò. Proprio lei che viceversa, mentre ha inflitto 40 minuti di anticamera al presidente del Coni per poi non presentarsi all'appuntamento, appena qualche giorno fa ha accolto in maniera principesca nel suo studio sul Campidoglio il patron della Roma, James Pallotta.


Concedendogli anche il privilegio dell'affacciata dal balcone con vista sui Fori. Una diversità di trattamento plateale e probabilmente riconducibile al fatto che la Raggi, intenta ad affossare la chance olimpica, ascolta le sirene della lobby del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Sponsorizzato anzitutto da quell'assessore Berdini che è noto ormai come «lo stadista» e che il sindaco non può permettersi il lusso di perdere vista la precoce, ed epidemica, moria in giunta.

E che dire intanto della mancanza di rispetto, da parte del sindaco, nei confronti di Luca Pancalli, del Comitato italiano paralimpico, che è disabile in sedia a rotelle? Anche a lui, insieme a Malagò, sono state inflitte l'inutile attesa e l'umiliazione, dopo la fatica di essere portato lassù nell'anticamera della Raggi, di non essere ricevuto.

RITORSIONE
E comunque per volere o per capriccio dell'inquilina del Campidoglio - la Raggi si è offesa per la preventiva richiesta di streaming da parte di Malagò, sdegnosamente rifiutata in nome di una trasparenza che non è più la suprema virtù della neo-politica grillina? - ieri è andato in scena il teatro dell'incomunicabilità. Tra due personaggi, il presidente del Coni e il sindaco di Roma, che appartengono a due mondi diversi, ma tra diversi ci si parla se si vuole, e che incarnano due stili antitetici: uno è uomo di mondo, l'altra al mondo si è appena affacciata. Lui è pragmatico e tessitore, lei è ideologica e pauperista, irriducibile allo scambio di vedute per mostrare fedeltà alla linea dettata dal suo partito.

E così, come se Roma fosse un palcoscenico per pantomime, uno entra - perché invitato: «Ho anche dovuto cambiare l'agenda pur di esserci» - nel palazzo senatorio e l'altra, l'ospitante, non si fa trovare. Lui esce dall'anticamera del sindaco dopo avere aspettato tanto, e se ne va deluso per la «scortesia» ricevuta ovvero per il ritardo della Raggi, e lei entra nella stanza appena lasciata da Malagò. Lei fa la sua conferenza stampa in Campidoglio e lui a sua volta convoca i giornalisti nella sede del Coni. Duello a distanza. E anche qui due stili. Ogni affermazione del sindaco, il presidente del Coni la va a verificare e la smonta.

A TAVOLA
Mentre Malagò la aspettava invano al Campidoglio, lei stava in una trattoria da pochi soldi nella zona della stazione Termini, a via dei Mille, in un tavolo per tre: preferendo un pranzetto con i suoi collaboratori, lontano dal presidente del Coni, piuttosto che parlare con lui di questioni assai rilevanti per Roma. Uno sgarbo, livello cheap, nello sgarbo, mascherato da «impegni personali» (questa la motivazione che lo staff della Raggi ha dato a Malagò per giustificare la scorrettezza).

Mai uno come Malagò, che conosce le buone maniere, avrebbe potuto immaginare un comportamento così platealmente respingente e di disprezzo. Eppure il presidente del Coni era arrivato con 7 minuti di anticipo all'incontro fissato al Campidoglio per le 14,30 nel palazzo senatorio. Dopo poco arriva nella stanza dell'attesa una collaboratrice della Raggi che assicura: il sindaco sarà qui a momenti. Alle 14,50, Malagò chiede: «Come mai non è ancora arrivato il sindaco?». La risposta vera sarebbe dovuta essere la seguente: perché preferisce gustarsi l'ammazzacaffé in osteria piuttosto che rilanciare la Capitale tramite i Giochi.

Oppure: non arriverà perché è la prima a ritenere poco saldi i suoi argomenti anti-olimpici. O cose così. E invece? «Il sindaco sta incontrando Delrio, e poi arriva», viene detto a Malagò. Peccato però che quell'incontro con il ministro fosse già concluso da un pezzo, alle 13,15. E poi pranzetto in trattoria come ciliegina sulla torta della poca educazione.


Oggi però, Malagò e la Raggi si dovrebbero vedere al Foro Italico per la presentazione degli Europei di calcio 2020 che la sindaca ieri in conferenza stampa ha chiamato «i mondiali europei». Lei ci sarà, magari arrivando in ritardo? Pare proprio di sì. Ma resta la morale della vicenda di ieri, che racconta dell'assenza di affidabilità e del rifiuto, da parte del sindaco, del rapporto fiduciaro con altri che non siano il Direttorio e lo staff di Grillo & Casaleggio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero